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La figlia di Vincenzo Leonardi, donatore organi di Crotone, lettera aperta di ringraziamento

Redazione

È un attimo: un mal di testa, e non solo. Poi il dolore, la corsa verso non so dove. Il buio. Il ritorno. Ancora il dolore, stavolta anche il nostro. In questo momento, in cui la razionalità cessa e lo sconforto svuota di senso ogni cosa, io e la mia famiglia non possiamo restare in silenzio. È una storia drammatica, ma è anche una storia d’amore.

Il 6 agosto, la nostra vita è cambiata, senza volerlo ma è stato così. L’ 11 agosto, la nostra drammatica storia si intesse, misteriosamente, con la storia di altre quattro famiglie. Uomini e donne come noi, fragili, impotenti davanti alla vita ma colmi di speranza. La speranza che Dio possa trasformare il dolore in gioia, la notte in giorno, la morte in vita. Speranza che paradossalmente ci accomunava e mentre per noi si allontanava sempre più, per loro si avvicinava e concretizzava.

È nostro dovere però riconoscere in questa tragica vicenda di aver avuto il grande, grandissimo onore di conoscere non solo delle persone stupende ma dei professionisti encomiabili. 

Il coma è uno strazio, il sentirsi impotenti davanti a questo è ancora peggio. Ma, nel reparto di anestesia e rianimazione del nostro tanto criticato Ospedale San Giovanni di Dio, abbiamo avuto la fortuna di conoscere degli angeli forse ma certamente uomini di un certo spessore umano oltre che professionale.

Siamo consapevoli che le nostre parole non basteranno ad esprimere tutta la nostra gratitudine.  Non basterebbe una vita intera per esprimerla. Ci limiteremo a dire grazie all’ U.O. di anestesia e rianimazione. Un grazie particolare al dott. Liguori per la corsa disperata, ai dott.ri Orlando e Vulcano per la pazienza, l’umanità e la delicatezza dimostrata nell’ informarci quotidianamente sulle condizioni di mio padre, per la loro dedizione al lavoro, per aver fatto di tutto per aiutare mio padre anche quando non c’era più nulla da fare.

Al dott. Bossio, alla dott.ssa Piccirillo e a tutto il personale che ha attivato la procedura di espianto organi. A tutti i consulenti del nostro ospedale, alle equipe chirurgiche di Cosenza e di Roma, al personale del 118, organizzativo e operativo. Allo staff tutto: Oss, infermieri, tecnici, anche se non ricordo tutti i nomi.

Grazie ad Antonio Pagliuso e a Luca Sellaro per essersi presi cura del mio papà ogni giorno, per averci sostenuto quando la nostra fede vacillava e quando il dolore nel vedere il mio papà in quel letto era troppo.

Grazie allo staff dell’U.O. di neurologia e al dott. Plastino per l’empatia, la solidarietà, l’umanità avuta nell’ aiutarci ad elaborare la terribile notizia.

Grazie all’ AIDO e grazie di nuovo al dott. Bossio per la gratitudine, la vicinanza e l’affetto che ci hanno dimostrato in questi giorni.

Grazie per averci aiutato a realizzare quanto mio padre avrebbe voluto e desiderato facessimo: sostenere sempre la vita con generosità e amore, al di là di tutto e tutti.

In questo momento difficile stiamo affrontando il dolore a testa alta e stiamo trovando la forza di andare avanti grazie alla consapevolezza di aver salvato e aiutato quattro persone che aspettavano di tornare alla VITA. Quella vera.

Il gesto è grande, quanto grande era il cuore del mio papà che, sicuramente non meritava tutto questo, ma che da lassù sarà sereno e felice sapendo di essere un eroe e di aver aiutato, anche nell’ultimo istante della sua vita, altre persone.

Noemi Leonardi e famiglia

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