Il filo conduttore della sesta edizione della Notte Arbëreshë che si svolge nel borgo di Caraffa, è stata la ricorrenza dei 550 anni dalla scomparsa di Giorgio Castriota Skanderberg, patriota albanese, che seppe distinguersi per le sue abilità di condottiero e stratega nella lotta contro le invasioni dei turchi-ottomani, difendendo con tenacia la libertà degli albanesi e i valori del cristianesimo.
Alla figura di Skanderberg è stato dedicato un grande murales realizzato dall’artista Salvatore Puzo e collocato su una parete della scuola elementare di Caraffa. Proprio la presentazione dell’opera, donata dall’associazione Progetto Caraffa alla comunità, ha dato ufficialmente inizio ieri intorno alle 17.30, alla manifestazione, che è proseguita con una breve conferenza mirata a riflettere meglio sulla figura dell’eroe nazionale albanese ed introdurre l’evento.
Al tavolo dei relatori: il professor Enzo Ciconte, docente universitario, scrittore e già deputato della Repubblica Italiana; l’onorevole Mario Tassone, ex parlamentare; il professor Italo Sarro, scrittore; l’artista Rosa Spina e la professoressa Cettina Mazzei.
A moderare l’incontro il presidente di Progetto Caraffa, Francesco Stirparo, il quale ha spiegato che la manifestazione “nasce con l’obbiettivo di far rivivere i tratti tipici della civiltà arbëreshë, puntando su quattro fattori fondamentali: la cultura, il folklore, l’etnia e la gastronomia. A Cettina Mazzei il compito di inquadrare la manifestazione sotto il profilo della tematica dedicata alla figura di Skanderberg, tratteggiata sapientemente in seguito dal professor Sarro e ripresa anche dall’Onorevole Tassone e dal professor Ciconte.
Il primo ha sottolineato come la “tenacia con cui Scanderberg ha difeso i valori del suo popolo dalla minaccia degliOttomani si possa paragonare a quella con cui l’associazione Progetto Caraffa recupera e difende con forza la propria cultura in un’epoca segnata da una profonda crisi. Un fatto raro e meritevole di stima e gratitudine”. Concetti ripresi anche dal professor Ciconte, il quale ha sottolineato come “il recupero delle antiche tradizioni sia di fondamentale importanza per evitare lo sfaldamento politico, sociale e culturale della società”.
L’artista internazionale Rosa Spina, pioniera della fiber art, allieva del celebre Mimmo Rotella e membro della ristretta cerchia di artisti della “Minotauro art gallery” di Verona, ha illustrato il suo contributo alla creazione dell’impianto scenografico della manifestazione, raffigurante tra l’altro anche l’aquila nera a due teste, simbolo dell’Albania. In questa suggestiva cornice hanno sfilato le modelle dell’originale défilé “Le trame dell’arte e dell’etnia”, curato dalla fashion stylist Monia Mazzei, la cui creatività si è intrecciata a quella della Spina, dando forma ad abiti straordinariamente unici.
Un allegro e suggestivo intermezzo di suoni e danze tipiche a cura del gruppo folcloristico “Bilte e Firmozes” di Aquaformosa accompagnato dal campione internazionale di organetto Anthony Caccavari, ha contribuito ad animare la prima parte della manifestazione che, dopo l’apericena arbereshe, è proseguita in Piazza Skanderbeg, con la commedia in vernacolo “La fortuna con la C maiuscola” della Compagnia Teatrale Giovanni Vercillo, curata dal regista Raffaele Paonessa. A seguire, la performance del famoso cantautore arbereshe Ernesto Iannuzzi, del duo Cosimo e Clarissa De Santo e dei gruppi folcloristici di Caraffa e Acquaformosa con le loro affascinanti danze balcaniche.
La Notte Arbereshe di Caraffa è stata impreziosita anche dall’esposizione delle tele del pittore Emin Shaqia,ospitate in numerosi musei e in numerose chiese delle comunità italo-albanesi. La mostra di si è svolta nello spazio antistante il Museo Giuseppe Gangale, aperto al pubblico per l’occasione, a cura della Pro Loco arbëreshë di Caraffa.