Sta diventando un po’ il tormentone di ogni fine stagione: l’allenatore va, l’allenatore resta?
Come lo scorso anno con Juric – andato via spezzando il cuore di quasi tutti i tifosi rosso-blu che avrebbero voluto vederlo almeno per un altro anno sulla panchina dei pitagorici – anche questa volta con mister Nicola, si ripropone lo stesso quesito.
In realtà il rapporto allenatori – Crotone calcio, è un qualcosa di empirico un’alchimia difficile da spiegare.
Per spiegare tutto ciò dobbiamo partire da lontano. Stagione 96-97.
Sulla panchina del club rilevato da pochi anni dalla famiglia Vrenna, siede Franco Corigliano che però dopo un buon girone di andata, non riesce a dare continuità alle prestazioni della squadra. Motivo per il quale viene esonerato.
Al suo posto arriva Bruno Giordano, uno dei tre “tenori” della “MaGiCa”, il tridente d’attacco del Napoli a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90: Maradona, appunto Giordano e Careca.
L’ex calciatore riesce con una grande cavalcata a riportare il Crotone tra i professionisti: dopo lo 0-0 di Locri infatti, il Crotone è promosso in serie C2.
Ecco, da quel momento inizia la storia dei “mister” con il Crotone calcio.
Si perché Giordano lascia, passa al Frosinone dove guadagnerà di più e dove – magari – troverà un progetto ambizioso.
In realtà non sarà proprio così perché i ciociari si salvano solo grazie ai play-out, il Crotone vince i play-off e viene promosso in serie C1.
Altra stagione, altro allenatore, altra storia.
Giancarlo Morrone è l’allenatore della promozione in C1. Italo argentino dal carattere burbero, riesce a far amalgamare un gruppo che possiede comunque ottime individualità: da Grieco a Giampà, per arrivare alla coppira d’attacco Balestrieri – Tortora.
E’ C1 dunque. Si pensa che Morrone rimanga per dare continuità al progetto, e invece no.
Il tecnico italo-argentino sceglie infatti un’altra piazza, non molto amica di quella che ha appena lasciato.
Nella stagione successiva – infatti – approda al Catanzaro, che milita in C2. Una scelta infelice soprattutto perché in Calabria, Morrone, rimane solo una stagione nella quale perde – questa volta – i play-off.
Dopodiché tre esoneri consecutivi: a Lanciano, Monterotondo e Tivoli, mentre il quarto anno arriva una retrocessione in serie D con la Lodigiani.
La “maledizione” Crotone, inizia a colpire.
Intanto però il Crotone vive il suo primo anno in C1 in maniera un po’ tribolata: si alternano sulla panchina Fausto Silipo e Mario Russo, ed alla fine arriva la salvezza.
Ma anche qui c’è un qualcosa da raccontare perché la stagione successiva, il caso ha voluto che, Fausto Silipo passato intanto alla Juve Stabia, si ritrova allo “Scida” proprio il giorno della prima e storica promozione in Serie B, condotta da Antonello Cuccureddu.
Con una grande carriera da calciatore alle spalle, il tecnico sardo arriva a Crotone dopo un esonero a Terni.
Vince il campionato alla grande grazie anche ad una rosa invidiabile con uno scatenato Andrea Deflorio.
Il navigato Cuccureddu ha una certa esperienza ecco perché – sulla base di quello che era successo gli anni precedenti – decide di prolungare il contratto e di rimanere allo Scida.
Purtroppo non gli va bene in quanto dopo poche giornate viene esonerato ed anche gli anni successivi non saranno gloriosi confermando ancora che andare via da Crotone – per gli allenatori – significa abbandonare i sogni di gloria.
Non è così per Giuseppe Papadopulo, l’allenatore che sostituisce Cuccureddu e che – dopo aver salvato – i pitagorici, riesce a far riesplodere la sua carriera: riesce infatti a trovare la promozione in massima serie con il Siena, ed anche la conseguente salvezza per poi passare alla Lazio da subentrato dove ottiene un buon decimo posto.
Papadopulo – dunque – è l’eccezione che conferma la regola.
I due anni successivi, a dire il vero, sono un po’ diversi sia per gli allenatori che per il Crotone calcio stesso: arriva prima una retrocessione in C1, nella quale si succedono ben 4 allenatori (Cabrini, Cuoghi, Materazzi e Selvaggi), nessuno dei quali farà poi una grande carriera.
Poi un anno anonimo in C1 con Auteri e De Rosa che si succedono e con il sesto posto finale con il quale non si raggiungono neanche i play-off.
Auteri in futuro avrà qualche picco di notorietà conquistando un paio di promozioni in serie B, senza però mai fare il grande salto. Per De rosa continuerà una carriera anonima.
Così si arriva alla stagione 2003-04 quando sulla panchina rosso-blu arriva Giampiero Gasperini, direttamente dalla primavera Juve.
Tre anni fantastici: subito la promozione in B (attraverso i play-off), la salvezza dopo il ritorno in panchina (al suo posto era stato chiamato Agositnelli) a 9 gare dal termine; ed una grande stagione con gli “squali” vicinissimi ai play-off per la A.
Se da una parte Gasperini conferma che Crotone è la piazza giusta per lavorare bene e crescere, dall’altra sfata il mito secondo il quale chi va via non riesce a continuare a far bene.
La carriera del tecnico piemontese infatti, migliora in maniera costante: passa infatti al Genoa dove in 4 anni ottiene grandi successi fino ad arrivare in Europa League per poi arrivare ad una big, l’Inter dove però non è fortunato.
Dopodiché Palermo, il ritorno al Genoa ed infine il capolavoro Atalanta.
Ma torniamo al Crotone. Gasperini lascia nella stagione 2006-07 e la separazione è traumatica dato che quell’anno arriva la seconda retrocessione in C1. Quell’anno si alternano Elio Gustinetti e Guido Carboni ma nessuno dei due riesce a compiere l’impresa.
Gustinetti e Carboni avranno comunque una discreta carriera anche se nulla di trascendentale.
Si riparte dalla C1 dunque, con Paolo Indiani che arriva dal Perugia.
Stagione conclusa in semifinale play-off persa contro il Taranto, Indiani esonerato e con una carriera futura fatta solo di serie C.
Siamo così arrivati alla stagione 2008-09, la stagione da inferno o paradiso.
E si perché la società – sull’orlo del fallimento – è obbligata (a Gennaio) a cedere i suoi pezzi pregiati, accontentandosi di una mesta salvezza.
Ed invece succede che Checco Moriero, ex calciatore di Lecce, Roma ed Inter, compie il miracolo sbancando il Santa Colomba e conquistando la terza promozione in serie B.
Da qui ricomincia la “maledizione” Crotone per i tecnici.
Moriero va a Frosinone ma dopo un grande inizio le prestazioni della squadra calano e così viene esonerato. Stesso epilogo a Grosseto dove viene sollevato dall’incarico per due volte (con in mezzo la parentesi Lugano). Esoneri che si susseguono poi anche a Lecce e Catanzaro. Insomma non una carriera felice per Moriero diventato da una settimana, nuovo allenatore della Sambenedettese.
La stagione successiva (2009-10) ecco sulla panchina pitagorica un debuttante in B, Franco Lerda. Grande stagione e poi il passaggio al Torino, dove però non ottiene grandi successi, passando poi per Lecce e per Vicenza dove è poi stato esonerato.
Da Lerda a Menichini. Il tecnico toscano rimane due stagioni a Crotone, in entrambe viene esonerato – salvo poi esser richiamato nella prima – senza lasciare grandi ricordi e soprattutto trovando poi solo panchine di Lega Pro.
Poi inizia il regno Drago. Una salvezza proprio da subentrato al posto di Menichini, un primo storico play-off di B ed una salvezza all’ultima giornata. L’allenatore crotonese doc decide poi di andare via, sceglie Cesena dove però non riesce a rendere per come dovrebbe.
Infine l’arrivo di Juric. Ivan il guerriero, da vero condottiero, trova una clamorosa promozione in massima serie ma decide poi che la sua avventura è terminata: prende il posto di Gasperini al Genoa e – dopo un esonero – si salva per il rotto della cuffia.
Insomma il nostro excursus ci porta a mister Nicola e soprattutto ci porta a concludere che quasi tutti gli allenatori passati da qui hanno fatto bene diventando appetibili per tanti club e rilanciando la propria carriera, hanno subito in pratica “l’effetto Crotone”.
Pochi però, hanno saputo dare continuità ai propri successi una volta andati via dalla terra di Pitagora.
Ecco perché anche se dovesse andar via il biondo tecnico, i crotonesi potrebbero dormire sonni tranquilli.
Sarebbe lo stesso anche per Davide Nicola? Noi ce lo auguriamo, ma il passato può insegnare qualcosa.