Al via, col sostegno dell’Ue, la Forza congiunta dei Paesi del G5 Sahel – con forze di Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad e Mauritania – per mettere in sicurezza le frontiere, soprattutto alla luce dell’impatto della crisi libica, e lottare contro terrorismo, traffico di esseri umani, e criminalità organizzata. Il contributo Ue prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro e attività di formazione e consulenza con le proprie missioni di Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc).
In particolare, si legge in una nota congiunta pubblicata dal Servizio europeo per l’azione esterna in occasione dell’incontro a Bamako tra l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ed i ministri degli Esteri dei cinque Paesi, è stata riaffermata la volontà politica di mettere in pratica il Piano d’azione del vertice della Valletta sulla migrazione.
“Dato l’impatto della crisi libica nella regione, è apparso necessario creare le condizioni di una cooperazione più ampia in seno agli Stati del G5 Sahel – si legge -. La messa in sicurezza di questa zona è importante per fermare la tratta illecita degli esseri umani, di cui i migranti sono le vittime. L’Ue si felicita con i Paesi del G5 Sahel per l’iniziativa di una migliore messa in sicurezza delle frontiere esterne con la Libia ed offre il suo sostegno”.
“Stabilità e sviluppo del Sahel sono cruciali non solo per l’Africa, ma anche per l’Europa – commenta Mogherini -. La cooperazione tra i Paesi del G5 Sahel è la chiave del successo per mettere in sicurezza questo territorio. E garantire la sicurezza nella regione è anche una condizione indispensabile per lo sviluppo della regione. In parallelo portiamo avanti azioni complementari d’aiuto alla creazione di occupazione, e alla formazione o alla salute della popolazione. Continueremo ad investire sull’Africa, perché è un investimento sul nostro avvenire comune”.