Sono 800mila gli italiani che, a causa di patologie acute, croniche o congenite non riescono a parlare in maniera autonoma. In loro aiuto arriva un ‘superlinguaggio’, la Comunicazione Aumentativa Alternativa (Caa), cioè l’insieme di modalità, strategie e tecnologie che possono migliorare la capacità comunicativa. La Caa, e l’uso in generale delle tecnologie ‘assistive’, rientra tra gli strumenti di ultima generazione che possono aiutare chi soffre di disturbi del linguaggio ed è il tema al centro del XII Congresso della Federazione Logopedisti Italiani a Palermo fino a domani. Anche la logopedia, infatti, ha registrato notevoli successi grazie alla tecnologia e oggi è possibile personalizzare non solo terapie tradizionali e classiche ma anche aiuti offerti dal supporto tecnologico: basti pensare ai sintetizzatori vocali e alle tavole comunicative cartacee, di simboli, immagini, di lettere, ai comunicatori dinamici e a puntamento oculare, ad oggetti e dispositivi ad uscita vocale.
In particolare, la comunicazione aumentativa è fondamentale nei bambini e nei ragazzi: più del 2%,tra 0 e 18 anni, ha una disabilità ed è stato stimato che almeno un quarto presenta disturbi nella comunicazione, transitori o permanenti. Negli ultimi anni è stato evidenziato anche un aumento di bimbi che necessitano di supporto allo sviluppo del linguaggio. Questo incremento è determinato da una serie di fattori, tra cui le problematiche legate all’autismo, in crescita, che nel 25% dei casi non permette l’acquisizione completa del linguaggio. A questo si aggiunge la maggior sopravvivenza alla nascita di bimbi molto prematuri, con altre patologie come paralisi cerebrale o disabilità intellettiva, oltre alla sopravvivenza di bambini con tumori cranici, cerebrali o ictus. “I supporti tecnologici – spiega la presidente Fli, Tiziana Rossetto – sono entrati prepotentemente nella quotidianità dei logopedisti. La preparazione tecnologica del professionista oggi diventa imprescindibile, al pari di quella scientifica”.
Per 800mila italiani che non parlano dei ‘super assistenti’
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