Introdurre la figura del medico in classe, coinvolgendo gli specializzandi in Medicina e Chirurgia, per insegnare ai ragazzi a prendersi cura di loro stessi ed educarli alla prevenzione, favorendo stili di vita e comportamenti sani. Questa la proposta e l’appello al ministro della Salute, Giulia Grillo, e a quello per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Marco Bussetti, del network PreSa – Prevenzione e Salute, con il quale collaborano diverse società scientifiche e associazioni di pazienti.
Un’idea che non comporterebbe oneri aggiuntivi dal punto di vista economico, ma che può portare benefici importanti. “L’idea – evidenzia Marco Trabucco Aurilio, direttore scientifico di PreSa – è quella di coinvolgere in questo ‘servizio alla comunità’ i medici specializzandi delle università italiane, che potrebbero dedicare una piccola parte del loro percorso formativo alla promozione di corretti stili di vita e adeguate misure di prevenzione nelle scuole italiane. Questi ‘promotori di salute’, inoltre, non graverebbero sulle casse dello Stato dal momento che gli specializzandi sono già titolari di una borsa di studio. Confidiamo che la proposta venga presa con la giusta considerazione dall’attuale governo”. Favorevoli gli specialisti e anche gli insegnanti di sostegno. “Sono favorevole all’idea – spiega Paolo Bonanni, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Firenze – bisogna vedere tecnicamente come attuarla. Una volta esisteva il medico scolastico. Con la riforma del Ssn tutto è stato ricondotto alla figura del medico del dipartimento di prevenzione. Bisognerebbe ora guardare al modello inglese e alla medicina preventiva verso i ragazzini in età scolare e i preadolescenti”. Secondo Evelina Chiocca, vicepresidente del coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno, “per motivare la presenza del medico in classe “è necessario fare riferimento a una strutturata e coordinata progettualità in tema di prevenzione”.
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