Il suo libro “Un marito” narra la storia di una coppia: Patrizia e Ferdinando sono sposati da più di vent’anni e nella loro vita tutto si ripete uguale. Insieme gestiscono una rosticceria a Marassi, in quella periferia genovese dove il mare s’intravede da lontano e la luce, per sopravvivere, è costretta a farsi strada tra muraglie di cemento. Nel negozio, la routine è consolidata: lui sorride ai clienti, lei si divide tra cucina e cassa; le ricette sono quelle della tradizione ligure, intoccabili; gli orari d’apertura fissi, impensabile concedersi ferie. È Ferdinando a sconvolgere i piani con una proposta: presto compirà cinquant’anni e ha voglia di fare “qualcosa di pazzo”. Una vacanza, la prima e l’unica, tre giorni a Milano per concedersi un po’ di svago. Ma quando arrivano in piazza Duomo, con la cartina in tasca e gli occhi rivolti alle guglie bianche, una bomba esplode sotto la cattedrale: un attentato, che si lascia dietro una scia di fumo, paura e caos. Quel giorno diverso segna l’inizio di un cambiamento inevitabile. Per tutti, Patrizia è una delle tante vittime della Tragedia. Per Ferdinando no: adesso non ha più nulla da temere, perché i suoi incubi si sono trasformati in realtà.Un marito è un romanzo provocatorio e originale, la storia di un amore ostinato che difende anche ciò che la realtà, nella sua follia, vorrebbe distruggere. Rivelando angosce e inquietudini che appartengono a tutti noi, Michele Vaccari ci racconta cosa succede quando la paura di cambiare si scontra con il bisogno di andare avanti.
– Luciano Funetta, classe 1986, vive a Roma. Fa parte del collettivo di scrittori TerraNullius. Ha pubblicato racconti su «WATT», «Granta Italia», «Costola» e altre riviste. È tra gli autori di Dylan Skyline – dodici racconti per Bob Dylan (Nutrimenti, 2015) e di Dalle Rovine (Tunué 2015), candidato al Premio Strega 2016.
IL suo romanzo “il Grido” racconta di Lena Morse impiegata in una ditta di pulizie. Giorno e notte percorre la grande città in cui il trasporto pubblico ha smesso di funzionare da anni, i defunti vengono seppelliti su internet, la segregazione sociale ha raggiunto conseguenze estreme. Cresciuta senza l’affetto di una famiglia, Lena diventa donna in un microcosmo di alienati, ultimi reduci del lavoro manuale, bambini fantasma, individui sadici e apparizioni che popolano le sue giornate al limite della sopravvivenza. Uno strano amore, l’inquietudine dell’esistenza, la speranza di un futuro spingono Lena a cercare risposte non più su chi è stata ma su chi diventerà, mentre il mistero di un richiamo bestiale, e da sempre innominato, sembra perseguitarla, forse per ucciderla, forse per rivelarle chi è. Ambientato nei bassifondi di una metropoli straniante e vivida, “Il grido” conferma il talento di un narratore che ha la capacità di inventare storie prestando la voce ai nostri incubi e alle nostre paure. Con una scrittura ammaliante e attraverso personaggi sorprendenti, Funetta è abile a intrattenerci e a rivelarci quello che siamo proiettandoci in un futuro che ha già molto del nostro presente.