Buona parte del gas xeno presente nell’atmosfera è stato portato in dono dalle comete alla Terra ‘bambina’: a svelarlo è la sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che durante la sua missione intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ha ‘fiutato’ la presenza di xeno del tutto simile a quello terrestre e del quale ancora non si conosceva l’origine. A risolvere il mistero è lo studio internazionale coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs) e pubblicato sulla rivista Science.
Le conclusioni i questa ricerca rappresentano un altro importante tassello per capire quanto le comete abbiano contribuito a dare una ‘fisionomia’ al nostro pianeta, portando su di esso elementi importanti a partire dall’acqua.
Lo xeno è un gas nobile incolore, inodore e molto pesante, presente in natura in nove forme (isotopi) differenti, che possono mescolarsi dando una ‘firma’ unica che identifica l’origine del gas. Questa ricostruzione non è sempre facile, e infatti i modelli elaborati finora per spiegare l’origine dello xeno terrestre prevedevano una fonte ignota, tutta ancora da decifrare.
La soluzione potrebbe averla trovata la sonda Rosetta, ‘fiutando’ la chioma della cometa 67P con il suo spettrometro ‘Rosina’ (Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis). Analizzando i dati raccolti dallo strumento nel maggio del 2016, si è infatti scoperto che lo xeno emesso dalla cometa era rimasto intrappolato nel suo ‘cuore’ ghiacciato già prima della nascita del Sistema solare. La sua ‘firma’ isotopica è risultata molto simile a quella dello xeno terrestre di origine ignota. Secondo i calcoli dei ricercatori, dunque, è molto probabile che circa il 22% dello xeno presente nell’atmosfera terrestre sia stato portato in dono dalle comete.