Il clima “sta cambiando”, i disastri si abbattono dal nord al sud della Penisola a volte provocando morti, “eppure l’Italia continua ad essere impreparata”. Nonostante da 40 anni gli ambientalisti ripetano “senza sosta ma anche senza risposta che la vera e unica opera pubblica necessaria al Paese è la messa in sicurezza dei territori”. Lo ricordano per l’ennesima volta dopo le ultime tragedie chiedendo con urgenza un Piano nazionale di adattamento al clima (a cui devono seguire piani su scala regionale e territoriale) e una normativa che fermi il consumo di suolo.
Gli ambientalisti condannano “l’ennesimo condono edilizio contenuto nel decreto Genova ora in discussione in Parlamento”, e il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e quello di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna attaccano “le lacrime di coccodrillo di chi non ha controllato e ha favorito l’abusivismo, o peggio di chi addossa la responsabilità agli ambientalisti ‘da salotto'”.
Gli ecologisti ricordano ancora che 7,5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni e che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni per colpa del dissesto con circa 3,5 miliardi all’anno.
“Le città non possono essere lasciate da sole a fronteggiare impatti di questa dimensione dovuti in primis ai cambiamenti climatici, che amplificano gli effetti di frane e alluvioni e che stanno causando danni al territorio mettendo in pericolo la vita e la salute dei cittadini” dice Legambiente che ha “proposto già dalla prossima finanziaria di prevedere un fondo di almeno 200 milioni di euro all’anno, per finanziamenti da destinare ai Piani Clima da parte dei Comuni, e a progetti di adattamento ai cambiamenti climatici, oltre le risorse necessarie per interventi di manutenzione, riqualificazione e riduzione del rischio, a partire dagli spazi pubblici e di allerta dei cittadini. Ma non ve ne è traccia”, afferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.
Il Wwf chiede anche che il governo convochi “con urgenza una conferenza nazionale sul cambiamento climatico, coinvolgendo tutte le regioni e tutte le istituzioni interessate alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento, cioè alla prevenzione, alla cura e alla messa in sicurezza del territorio”. Per fine anno, ricorda l’associazione del panda, “il Governo dovrà predisporre la prima bozza del Piano Nazionale Energia Clima, in cui occorre dare avvio a un vero e proprio cambiamento sistemico in tutti i settori per la decarbonizzazione dell’economia”.