Voglio iniziare questa mia relazione rappresentando l’esigenza di ridare certezze e prospettiva alla categoria, affinché si possa parlare delle imprese balneari e del loro rilancio competitivo in termini di riqualificazione, innovazione e di organizzazione degli assetti del lavoro.
Occorre che tutto il mondo delle Istituzioni e della Politica possa comprendere come l’esigenza di dare certezza dell’impianto normativo, tale da garantire adeguata prospettiva per il futuro delle imprese turistiche balneari, non è l’esigenza della categoria, bensì di tutto il Sistema Paese.
A tal proposito – mi preme ancora attenzionare – le imprese balneari, essendo normalmente delle micro imprese, hanno rappresentato e rappresentano per la Calabria, ovvero per tutta l’Italia , non solo una grande occasione di lavoro per le famiglie -titolari di concessioni- e per molti lavoratori che, seppur a carattere stagionale, trovano occasione di impiego; le stesse producono significative ricadute, importanti sul piano sociale ed economico per i territori dove si sviluppano i servizi di spiaggia, nonché miglioramento della qualità della vita dei cittadini di quei territori oltre che per i turisti.
Infatti è un dato ufficiale, fornito dalla Società Nazionale di Salvamento onlus, che, laddove insistono strutture balneari, e quindi vi è la certezza del servizio di salvataggio assicurato dai bagnini, il tasso di incidenti mortali per annegamento è ridotto quasi a zero. Questo è un traguardo di civiltà, prim’ancora che una opportunità economica.
Mi giova la circostanza per ricordare, ove ve ne fosse bisogno, ai rappresentanti della Regione e di tutte le Istituzioni, presenti al tavolo, che gli imprenditori balneari non hanno mai bussato alle porte dello Stato e/o delle Istituzioni tutte, per chiedere posti di lavoro o privilegi; non hanno mai allungato le liste dei disoccupati d’Italia, perché il lavoro lo hanno inventato su pezzi di arenili abbandonati a discarica, in molti casi, e vi hanno creato delle aziende capaci di generare reddito per sé stessi, per i propri dipendenti, ma soprattutto migliorando l’offerta dei servizi turistici nei territori dove si sono insediati.
Nel merito quindi, ripercorrendo l’evoluzione che c’è stata in questo comparto, attraverso il passaggio “dall’impresa balneare precaria”, ante 2001, al riconoscimento dello status d’impresa turistica con la L. 135/01, con cui al settore è stata data definitivamente la spinta ad investire e strutturare servizi capaci di competere con i cambiamenti epocali (pensiamo solo alla globalizzazione generata da internet), nei fatti sono state generate legittime aspettative verso i concessionari, quali fiduciari di Stato; non si può, dunque, adesso fare spallucce di fronte a principi comunitari che, seppur rispettati, non devono produrre nell’immediato effetti devastanti per tutto il comparto.
Ecco perché da anni le organizzazioni di categoria, che agiscono in modo responsabile e serio nella ricerca del confronto istituzionale, senza urlare o speculare sulle preoccupazioni degli imprenditori interessati, hanno indicato la strada del cosiddetto “doppio binario” – un periodo transitorio congruo, che potrebbero essere 30 anni, per le concessioni balneari esistenti, e contemporaneamente l’attuazione dei principi di evidenza pubblica per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime.
Come Presidente FIBA Calabria voglio esprimere apprezzamento ed interesse per la visione che l’Assessore Rossi immagina per la pianificazione e lo sviluppo del sistema costiero, da confronti avuti in seno al Comitato Demanio.
- Particolare attenzione, mostriamo e condividiamo, per considerazione del sistema costiero come PATRIMONIO COMUNE, l’esigenza della messa in sicurezza dello stesso patrimonio costiero e la prospettiva di proporre la costa di Calabria per la sua naturalità. Tutte queste riflessioni sono strettamente coerenti con il nostro modello di sviluppo della costa e del sistema delle imprese turistiche balneari che vi operano; non può disconoscersi che la quasi totalità del fenomeno turistico della nostra Regione si realizza sulle coste di Calabria (circa il 90% delle presenze complessive registrate). In questo senso non si può non concordare sul fatto che si “vende” il territorio e non la struttura turistica isolata, e che quindi tanto più un sistema costiero presenta profili di qualità territoriale tanto più sarà capace di attrarre flussi turistici.
Per come affermato, in occasione degli Stati generali del Turismo sostenibile, svolti a Napoli lo scorso 1-3 Ottobre 2015, il turismo o si presenta per la sua sostenibilità, oppure non si pratica turismo. Tale processo facilità il miglioramento della qualità della vita innanzitutto dei nostri concittadini, che attraverso l’uso dei servizi di spiaggia in ogni periodo dell’anno, possono sentirsi “turisti a casa propria”.
- Nella nostra visione strategica di sviluppo, ed innovazione, del sistema d’offerta del turismo balneare che, ricordiamo rappresenta il motore economico dell’economia turistica della Calabria, ci convince la proposta dell’ Assessore Rossi di facilitare l’armonizzazione dei Piani comunali di spiaggia con i Piani strutturali comunali, anche nelle tempistiche attuative; siamo certi che con questa impostazione si possa agire in una prospettiva del sistema costiero che non può far riferimento solo alla parte demaniale marittima ma, come contemplato nella nuova visione comunitaria sulla crescita blu, si estende per circa 10 km dalla linea di battigia. Con questa programmazione più complessiva, potremo definitivamente affrontare la questione “seconde case”, che è stato oggetto d’intervento legislativo da parte della nostra Regione. Potremo cioè, anche con adeguato strumento normativo, agire affinchè una quantità importante di patrimonio edilizio costiero, attualmente sottoutilizzato e/o inutilizzato, possa essere recuperato e messo a regime imprenditoriale turistico; fare in modo che le seconde case da criticità possano diventare opportunità di nuova crescita economica e sociale per la nostra Regione.
Noi ne siamo convinti da moltissimi anni, vero è che negli ultimi anni, supportando il nostro mondo accademico e grazie alla particolare collaborazione del Prof. Romita, abbiamo visto la SSSPA-UNICAL realizzare un Master di II livello sul turismo residenziale; occasione, questa, formidabile per formare dei professionisti capaci di coadiuvare le nostre imprese turistiche nella strutturazione di queste nuove forme di offerta. In questa direzione, le imprese balneari potranno diventare ottimi aggregatori d’offerta, passando definitivamente da soggetti offerenti ricettività diurna (vedi mia nota su Rapporto turismo 2008 Regione Calabria) ad imprese ricettive in senso pieno.
- Queste nuove strategie, e quindi questi nuovi modelli di sviluppo, saranno capaci di rafforzare il comparto di tutto il sistema d’offerta territoriale che gravità intorno al turismo balneare. Ci consentirà, attraverso la strada del mare d’inverno, ossia del mantenimento e/o fruizione dei servizi di spiaggia tutto l’anno, di rivoluzionare la tipologia e la concezione del servizio di spiaggia; l’attuazione della classificazione delle nostre strutture balneari con le stelle marine, va nella direzione della diversificazione d’offerta. Le circa 2.500 imprese balneari operanti sulla nostra costa, in parte potranno strutturarsi per accompagnare i nuovi bisogni di turisti diversi, provenienti da altre parti del ns Paese e/o Europa, o rafforzare forme di turismo interno. Facilitare l’arrivo e la permanenza di turisti, sulle nostre coste, per forme di “svernamento”. Come dice l’Assessore Rossi, la naturalità della nostra costa, una volta organizzata, può essere punto di forza nel contesto internazionale.
Concludo con l’auspicio che
- gli strumenti normativi che impattano sul comparto costiero ( vedi Piano Paesaggistico regionale – QTRP-, e leggi di settore) possano essere momento di superamento di vincoli allo sviluppo e non rappresentarne un freno;
- gli strumenti di programmazione, sia essi a livello comunale (PSC e PCS) ovvero per ambiti territoriali definiti ( vedi ad esempio CONTRATTO DI COSTA), possano essere funzionali a logiche di armonizzazione delle dinamiche di sviluppo dei territori;
- La filiera Istituzionale, tutta, anche nei procedimenti amministrativi, sempre nel rispetto delle regole, sia più snella ed maggiormente efficiente;
- Si coltivi, nel mondo delle Scuole e delle Università, la passione e gli stimoli per l’iniziativa privata ovvero il mondo delle imprese, come occasione di nuova occupazione e crescita economico-sociale anche in Calabria.