L’Unione Sindacale di Base ha organizzato, assieme ad una folta rappresentanza di lavoratori, un presidio davanti all’Hotel di Lamezia Terme che nella giornata di ieri ha ospitato l’incontro promosso dall’Anci Calabria sulla vertenza che riguarda gli ex lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.
La scadenza al 31 dicembre 2018 dei contratti a tempo determinato rischia di creare infatti una situazione di grave impasse con ripercussioni certe sul funzionamento delle attività di ufficio e sulla gestione dei servizi ai cittadini.
Inoltre, la mancanza di provvedimenti (e di risorse) destinati al percorso di stabilizzazione con l’avvio delle contrattualizzazioni dopo anni di lotte e rivendicazioni, espone i Comuni a migliaia di contenziosi con richieste di risarcimento danni da parte degli interessati.
Si tratta quindi di un contesto increscioso in quanto il Dpcm legato alla storicizzazione dei fondi (50 milioni di euro) e la predisposizione delle deroghe da destinare agli Enti per le assunzioni definitive, sono purtroppo fermi al Ministero del Lavoro.
Questa condizione di incertezza sta determinando tensioni tra i lavoratori e confusione nelle amministrazioni locali peraltro già deficitarie in quanto a risorse e personale dipendente.
L’Unione Sindacale di Base ritiene inoltre che l’insicurezza lavorativa e la mancanza di opportunità in un contesto, quello calabrese, contraddistinto da problematiche sociali anche serie, potrebbe innescare scenari preoccupanti per quanto concerne le aree di disagio che già da tempo, purtroppo, includono una grossa percentuale di popolazione.
Il superamento di questa forma di precariato storico è pertanto necessario e fondamentale perché riguarda oltre quattromila famiglie. Un precariato vergognoso che dura da venticinque anni che la classe politica ha il dovere di affrontare e risolvere evitando di giocare a rimpiattino. La risoluzione di questa vertenza non è quindi più rimandabile, come inaccettabile è la mancanza di soluzioni da parte delle istituzioni dopo anni di confronti, rimbalzi di responsabilità e programmi puntualmente disattesi.
L’USB pretende dunque risposte concrete e in tempi brevi altrimenti si mobiliterà attuando tutti gli strumenti di rivendicazione e di lotta a difesa dei diritti e del lavoro. I parlamentari, la Regione Calabria, i sindaci devono assumersi la responsabilità in rapporto al proprio ruolo ed alla propria funzione.
Basta con il precariato di Stato, basta con le promesse.