Accusare di mancanza di etica deontologica con argomentazioni che si reggono sulle grucce é atteggiamento di chi misura gli altri col proprio metro e non risponde sul merito, in quanto privo di elementi. In un periodare zigzagante ed un delirante sproloquio che non confuta ma si limita ad emettere giudizi infondati, sintomatici di uno stato evidente ed imbarazzante di inadeguatezza, ci si meraviglia che un ingegnere urbanista abbia espresso valutazioni tecniche e dettagliate in relazione ad un Psc. Un ingegnere, che può fregiarsi di essere iscritto all’ordine professionale da oltre vent’anni, che ha partecipato legittimamente agli incontri con i colleghi della commissione urbanistica, i quali hanno discusso e condiviso alcuni suoi rilievi tecnici (non politici) o “troppo tecnici”, come lo stesso assessore all’urbanistica ha evidenziato nel suo comunicato (si coglie l’occasione per ringraziarlo del complimento involontario), rimane professionista anche quando indossa la veste di consigliere, resta coerente con se stesso, esprime le stesse valutazioni fondate su conoscenze specialistiche e sul senso di Correttezza e Democrazia che da sempre lo animano, come il suo ruolo politico e la sua etica richiedono. E’ anche un cittadino libero, che può esprimere il suo giudizio ed ha il dovere di partecipare al dibattito pubblico, tanto più se lo stesso, come candidato, ha ricevuto più di 6100 voti di cittadini, altrettanto liberi!
Un cittadino libero, un libero professionista, un consigliere dalle mani libere!
E’ uno, non trino!
L’accusa mossa al consigliere dall’assessore è solo il tentativo di mettere il bavaglio all’opposizione ed è il risultato di una reazione isterica leggibile come ammissione di colpa da parte di un’amministrazione in crisi, in cui non sono solo i conti a non quadrare…
L’articolo di Sorgiovanni ha un incipit che descrive brevemente il contesto in cui matura e si concretizza il Documento preliminare del Psc, poi scende nei dettagli tecnici.
In questo è stato visto uno stacco stilistico, tanto da dedurre che due menti e due mani abbiano scritto le due sequenze.
E’ lapalissiano che lo stile sia espressione anche della diversità dei contenuti e il tenore dell’argomentazione sia più discorsivo o più tecnico a seconda dello scopo comunicativo.
Forma e sostanza sono tutt’uno e lo stile è l’uomo!