Dobbiamo constatare che veramente non c’è fine alla spudoratezza del Sindaco di Crotone che con le sue recenti dichiarazioni avrà anche conquistato qualche attimo di notorietà a livello nazionale, ma ha mortificato e calpestato Crotone e tutti suoi abitanti offrendo all’Italia intera una immagine della città assolutamente ignominiosa come se fosse una città abitata da vagabondi, truffaldini e approfittatori.
Ignoriamo, ma possiamo immaginare, chi abbia tessuto le trame che lo hanno condotto ad una esposizione mediatica così drammatica per la città, buttata a mare senza alcuna remora e sacrificata sull’altare delle mai sopite ambizioni politiche di qualcuno, ambizioni di potere assoluto, ambizioni ben note a tutti noi.
Ennesima figuraccia, per delega, del nostro primo cittadino che evidentemente ha seguito con precisione, da bravo soldatino, le indicazioni del dominus giustamente (si fa per dire) molto preoccupato dalla possibilità di perdere il parco voti costruito negli anni, come la tela del ragno, con promesse o reali elargizioni di posti di lavoro ad amici, parenti, e soggetti insignificanti e impreparati quanto insipienti a discapito di persone preparate e competenti, ma senza santi in paradiso; soggetti tutti pronti a difendere il loro posticino nell’esercito del feudatario/dominus con l’entusiasmo delle teste che abdicano alla loro autonomia intellettuale e decisionale giurando fedeltà fino alla morte a chi li ha gratificati, anche senza titoli o merito, ma in quanto portatori di voti.
Noi crotonesi conosciamo bene questa realtà e per questo resto realmente basita anche di fronte alla totale disinformazione degli intervistatori i quali, prima di raccogliere le dichiarazioni di Pugliese, facendone un presunto “simbolo” della lotta al reddito di cittadinanza, avrebbero potuto e dovuto appurare quale sia la situazione di Crotone ed in particolare focalizzare l’attenzione sulla piaga della disoccupazione che affligge la città, sui ricatti che i disoccupati devono subire per lavorare , e soprattutto sulle promesse di lavoro gestite da un centro per l’impiego alternativo a quello ufficiale e che è sempre in movimento, oramai da anni, sul territorio mettendo, puntualmente, all’incasso le cambiali in occasione delle competizioni elettorali.
E come se non bastasse la piaga del consenso politico basato sullo scambio… chiediamo al signor Sindaco, ma Lei lo sa o fa finta di ignorare quanti giovani, e meno giovani, disoccupati per poter lavorare si sentono imporre orari massacranti, salari al di sotto del minimo per la sopravvivenza e vengono sfruttati in maniera ignobile? E lei lo sa che se si rifiutano, come è giusto che sia, vengono tacciati di essere dei vagabondi? E lei lo sa, perché lo sa, che se qualcuno cerca lavoro e viene a protestare sotto alla Casa Comunale è per questo motivo, perché è stanco di promesse, perché reclama la sua dignità e non perché qualcuno lo ha istigato e/o vuole disturbarla nello svolgimento della sua saggia, lineare e corretta amministrazione, come di recente riconosciutole anche dalla Corte dei Conti?
Le sue dichiarazioni, caro signor Sindaco, danno l’esatto spessore di come le persone, gli esseri umani, vengano realmente considerate da lei e dalla sua musa ispiratrice. Pittori e artefici di quella vecchia politica che ha portato Crotone in questa situazione di crisi ed emergenza. Ma non una parola è stato detto su questo, perché chi ha amministrato fino ad ora va difeso, nel feudo, a spada tratta.
La verità è una sola. La misura del reddito di cittadinanza, misura da anni sperimentata in altri paesi europei, darà autonomia alle persone incolpevolmente senza lavoro e verrà affiancata da un percorso di formazione che consentirà l’inserimento nel mondo del lavoro. Non sarà eterna, ma finalizzata a questo scopo e creerà un circuito virtuoso che facendo ripartire i consumi creerà anche occasioni di lavoro. E, soprattutto, affrancherà dalla schiavitù in cui certi soggetti hanno precipitato i loro simili per velleità di potere o molto più biecamente per realizzare profitto. Il loro, ovviamente.
Nessuno è libero se non è padrone di sé stesso. Ed è questo che fa paura, non il reddito di cittadinanza.