i motivi per cui i funzionari comunali, che hanno partecipato alla Conferenza di Servizio, non abbiano confutato il Piano Operativo di Bonifica (POB Fase 2) che prevede, per l’area ex impianti di Pertusola di circa 25 ettari altamente contaminata da rifiuti industriali pericolosi, la sola messa in sicurezza permanente (MSP) con la tecnica del capping, che altro non è che una tombatura in sito;
la ragione per cui non sia stata assunta la decisione di avvalersi di un soggetto terzo (es. Università o altri istituti di ricerca), che rappresenti gli interessi esclusivi della cittadinanza per la valutazione della soluzione proposta da Syndial e per avere eventualmente suggerimenti sulle alternative possibili di bonifica;
i motivi per cui non abbia preteso da Syndial che facesse almeno quanto realizzato in tutti gli altri SIN d’Italia, con investimenti sensibilmente superiori a quelli previsti per il sito industriale di Crotone;
quali dati tecnici siano stati utilizzati per stabilire che la messa in sicurezza permanente (MSP) sia l’unica soluzione percorribile per le aree dove è previsto il capping;
con quali presupposti urbanistici, nel Documento Preliminare del Piano Strutturale, l’area Sin soggetta alla MSP sia stata indicata come area di riconversione funzionale, essendo questa interdetta, ai sensi del D.Lgs 152/06, alle persone non autorizzate e a qualsiasi attività produttiva e d’esercizio;
se abbia considerato che la città è un’immensa discarica di Tenorm, condizione per cui la popolazione sta pagando, in termini sanitari, un costo elevatissimo che non è stato minimamente preso in considerazione per un eventuale risarcimento da Syndial.
Queste e altre domande abbiamo posto perché da parte di questa amministrazione si nota un atteggiamento di reticenza e superficialità.
Il sindaco sembra non capire che queste scelte del POB 2 condannerebbero un’area di importanza strategica per lo sviluppo della città di Crotone, visti i livelli di contaminazione rilevati dal piano di caratterizzazione e dall’analisi di rischio-sito specifica, ai sensi del Testo Unico sull’Ambiente, a non poter essere utilizzata e destinata a nessuna riconversione funzionale che possa essere compatibile con le attuali concentrazioni di contaminanti presenti nel sito.
Chissà perché il Sindaco non ha proceduto, così come prevede il TUEL e lo Statuto Comunale, alla convocazione di un’assemblea pubblica, coinvolgendo la cittadinanza in un dibattito che la coinvolge tutta, anche in relazione al tributo che ha pagato e continua a pagare in termini di salute pubblica e, purtroppo, di vite umane.