I primi esseri umani ‘super intelligenti’ potrebbero essere fra noi già nel 2030: questo grazie ai passi da gigante che la ricerca sta compiendo nel campo delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale, focalizzandosi su pratiche al limite del fantascientifico come l’impianto di chip nel cervello e il trapianto di ricordi. Lo dimostrano i 150 studi scientifici condotti sull’argomento da oltre 600 ricercatori di tutto il mondo e ai quali è andato il premio europeo ‘Frontiers Spotlight Award’, che mette in palio 100.000 dollari per l’organizzazione di un convegno internazionale che possa imprimere un’ulteriore accelerazione alla ricerca.
“Entro il 2030 il potenziamento dell’intelligenza con impianti nel cervello non sarà più soltanto oggetto di ricerca: le persone dovranno fare i conti con la realtà di questo nuovo paradigma”, afferma il neuroscienziato Mikhail Lebedev della Duke University. “Questa raccolta di ricerche – sottolinea l’esperto, che ha contribuito alla sua redazione – dovrebbe mettere in allerta gli scienziati e l’opinione pubblica sulle possibili implicazioni etiche, mediche e legali”. “Sarete meravigliati da quanto saremo avanti nel 2030”, gli fanno eco Ioan Opris, della Leonard M. Miller School of Medicine di Miami, e Manuel Fernando Casanova, dell’Università di Louisville negli Usa.
“Ci saranno tante possibilità quante sono le idee prodotte dall’immaginazione dei ricercatori”. Un assaggio viene proprio da uno degli studi premiati: condotto alla Wake Forest School of Medicine del North Carolina, ha permesso di ‘trapiantare’ i ricordi dal cervello di un topo ad un altro. Non è dunque un caso che il tema della super intelligenza e del potenziamento del cervello umano abbia sbaragliato la concorrenza con oltre 1 milione di visualizzazioni online, lasciandosi alle spalle altri argomenti ‘caldi’ come la salvaguardia degli oceani e lo studio dei batteri che vivono fuori e dentro il corpo umano.