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2018 – Odissea sulla Ferrovia Ionica

Redazione

Viaggiare in treno, in modo particolare per i lavoratori pendolari, costituisce una grande opportunità, dal momento che offre, rispetto al trasporto su gomma, un grande risparmio in termini di tempo, di denaro e, soprattutto, di stress, specialmente se si pensa ai rischi e ai disagi che comporta il viaggiare lungo la Strada Statale Ionica 106.

Nell’ultimo anno, la Regione Calabria ha celebrato la realizzazione di grandi opere, con fondi rilevanti da destinare alla riqualificazione della linea ferroviaria ionica, fino al Rango C e, di recente, anche alla elettrificazione della stessa. La realtà di chi sulla linea ionica viaggia davvero, però, è assai diversa, con disagi e disservizi che si susseguono quotidianamente.

È proprio per tutelare il trasporto ferroviario tra Sibari e Reggio Calabria che, negli ultimi anni, molti utenti  delle  varie  aree  della  Calabria  Ionica  hanno  deciso  di  costituirsi  in  Associazioni,  facendosi portavoce  della situazione  dei  servizi  dal  punto  di vista  degli  utenti  e, allo stesso  tempo,  vigilando affinché quanto promesso dagli organi preposti sia effettivamente realizzato.

Il 27 Marzo 2017, i rappresentanti di tali Associazioni riuscirono ad ottenere il primo, e ad oggi ancora unico, tavolo tecnico presso la Regione Calabria con l’Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, per discutere dei lavori che avrebbero  riguardato la Ferrovia  Ionica, a seguito dello stanziamento  di ingenti risorse economiche, tra cui 307 milioni di euro previsti dalla delibera CIPE del 1 Dicembre 2016. Gli  interventi  si  sono  protratti  per  tutta  l’estate  2017  (da  Giugno  alla  fine  di  Settembre),  con  la conseguente chiusura della linea tra Catanzaro Lido e Sibari, al fine di mettere in sicurezza la galleria di Cutro, ammodernare l’infrastruttura, eliminare i passaggi a livello e garantire, così, tempi di percorrenza minori.

A distanza di più di un anno dalla fine dei suddetti  lavori, la situazione  è tutt’altro  che migliorata. I  tempi  di  percorrenza  da  orario  restano  immutati  ed,  invece,  i  ritardi  sono  all’ordine  del  giorno. I treni sono sempre gli stessi, vecchi e malfunzionanti (un treno risale addirittura al 1978), con l’elevato rischio che si rompano, così come i passaggi a livello, che spesso portano alla paralisi l’intera linea a binario unico.

Anche le biglietterie automatiche, spesso rotte e inefficienti, contribuiscono ad accrescere le difficoltà e, di conseguenza, il malcontento nei viaggiatori, che si ritrovano a dover pagare una iniqua maggiorazione di cinque euro se acquistano il biglietto a bordo del treno.

Di sicuro, non ha aiutato il maltempo di questi ultimi mesi, che ha determinato, in più di un’occasione, la sospensione della circolazione  tra Catanzaro  Lido e Sibari, per interventi di ripristino  e di messa in sicurezza dell’infrastruttura.

Eppure sia i viaggiatori che le Associazioni si chiedono come sia possibile che su questa linea, su cui si è lavorato  per un’intera  estate, al fine di migliorarne  l’efficienza,  si verifichino,  ogni volta che piove, problemi tecnici e allagamenti, ma, soprattutto, non si riesce a comprendere perché i treni viaggino in ritardo anche quando splende il sole.

E se le condizioni meteorologiche non possono essere controllate, di certo non può essere in alcun modo giustificata la gestione del servizio sostitutivo da parte di Trenitalia, come, ad esempio, è accaduto nella giornata del 20 novembre scorso, in cui una tromba d’aria si è abbattuta sulla stazione di Roccabernarda, investendo un treno regionale, con la conseguente sospensione del traffico ferroviario.

A causa dei danni apportati dal maltempo, però, la linea ferroviaria tra Crotone e Catanzaro Lido è stata chiusa anche per tutta la giornata del 21 novembre e Trenitalia ha annunciato che sarebbero stati nuovamente previsti degli autobus sostitutivi (i quali viaggiano senza personale Trenitalia a bordo).

Nessuna informazione chiara è stata però fornita all’utenza circa l’organizzazione del servizio sostitutivo e così molti ingenui viaggiatori hanno pensato che Trenitalia avrebbe predisposto un autobus da e per Catanzaro  Lido,  per  ogni  corsa  di  treno  prevista  dall’orario  ufficiale.  Il  servizio  offerto,  invece,  è consistito in un solo autobus, che ha dovuto trasportare i passeggeri di più corse del treno, seguendo un orario arbitrario e non conforme a quello ufficialmente previsto nel programma di esercizio da parte di Trenitalia.

Numerosi viaggiatori che si erano recati in anticipo in stazione hanno dovuto attendere ore prima di veder giungere il bus, mentre chi si è recato in stazione dopo la partenza del mezzo sostitutivo, si è trovato a dover scegliere tra l’attendere in stazione dalle due alle tre ore (perché l’autobus facesse ritorno) oppure prendere un altro mezzo di trasporto, a spese proprie.

Questa situazione risulta ancor meno accettabile se consideriamo che Trenitalia eroga un servizio a pagamento, non gratuito.

Di fronte ad una tale situazione del trasporto ferroviario, le Associazioni hanno richiesto per ben sette

volte, nel corso di un anno intero, la convocazione di un nuovo tavolo tecnico alla Regione Calabria, al fine di poter discutere le criticità che ancora persistono lungo la linea. Nessuna di queste ha ricevuto risposta e pochi giorni fa è stata inviata l’ottava istanza per un incontro con le Istituzioni, nella speranza, almeno questa volta, di ottenere un qualche riscontro.

Tra le varie  problematiche  che affliggono  il trasporto  ferroviario,  infatti,  vi è anche  la necessità  di strutturare un orario delle corse, che tenga conto delle esigenze dei viaggiatori nelle diverse aree della costa ionica, dal momento che l’orario attuale dei treni, con evidenti squilibri e assenze di coordinamento orario,  è  uno  dei  motivi  che  impedisce  a  molte  persone  di  scegliere  questo  mezzo  per  spostarsi. Ad esempio, per andare da Catanzaro Lido verso Sibari dopo le 6:45, bisogna attendere più di tre ore l’Intercity delle 10:13, oppure il regionale delle 10:50, senza contare che non esistono altri mezzi, di alcun tipo, che percorrano tale tratta in questa fascia oraria. Inoltre, dopo le 16:23, per andare da Catanzaro Lido a Lamezia Terme Centrale è necessario aspettare altre tre ore per l’autobus sostitutivo delle 19:50.

Spesso, questo problema degli orari va ad incidere sulle coincidenze con altri mezzi, i quali in caso di ritardi, anche di pochi minuti, partono senza aspettare l’arrivo dei viaggiatori. Questo, ad esempio, è quello  che  accade  quotidianamente  nella  tratta  ionica  settentrionale,  dove  il  treno  proveniente  da Metaponto è stato sostituito da un autobus (regolarmente senza personale Trenitalia a bordo), che arriva alla    stazione    di    Sibari    pochi    minuti    dopo    la    partenza    del    treno    per    Catanzaro    Lido. Quest’ultimo non aspetta i viaggiatori del bus, costringendoli così ad attendere un’ora e mezza prima di poter prendere il treno successivo.

Tutto ciò appare paradossale se si pensa che, soprattutto in questo periodo, la Regione Calabria dichiara di voler promuovere il turismo. Chi viaggia al di fuori dell’Italia e dell’Europa sa bene che non potrà mai esserci  turismo  in  Calabria,  se  mancano  le  infrastrutture  e  se  spostarsi  continuerà  ad  essere  così difficoltoso.

C’è bisogno di chiarezza, peraltro, su come si stiano spendendo le risorse economiche stanziate per la ferrovia  ionica,  perché  all’alba  del  2019,  la  Calabria  ha  diritto  ad  una  mobilità  che sia  garantita  e dignitosa.

Per  questo  le  Associazioni  Ioniche,  riunite  in  rete  per  difendere  e  rilanciare  la  ferrovia  ionica,  l’8

Dicembre parteciperanno alla prima grande mobilitazione nazionale contro le grandi opere inutili, per chiedere infrastrutture e servizi utili efficienti, a cominciare dai servizi ferroviari su standard europei. Tutti i cittadini calabresi sono invitati a partecipare attivamente a tale iniziativa, perché finisca l’era dello sperpero  di  risorse  e  delle  promesse   e  possa  cominciare,   invece,   l’epoca  della  concretezza   e dell’efficienza per il bene comune e per il futuro di questa terra.

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