Nella notte fra venerdì e sabato, nei pressi del quartiere Maisonnettes dell’Unical, un ragazzo paraguaiano è stato vittima di una becera aggressione di stampo xenofobo da parte di un gruppo di ragazzi esterni al campus. Questo episodio, per quanto deplorevole, non può essere l’ennesima scusa per aumentare i controlli e la repressione da parte della Governance dell’Ateneo. Infatti, la causa di questo episodio non può essere semplicemente ricondotta alla mancanza di sicurezza nelle strutture universitarie, ma semmai allo stato di abbandono e degrado in cui verte il nostro campus, nel quale gli spazi di vita per gli studenti sono sempre più ridotti al minimo. Conseguenza di uno spopolamento e di un abbandono dell’università sono episodi del genere.
Non basta fare una festa dei popoli una volta l’anno per rendere il campus vivibile e favorire l’integrazione degli studenti in mobilità internazionale, ma è necessario rendere il nostro ateneo vivibile agli studenti quotidianamente, favorendo l’integrazione e il confronto fra le culture diverse, cosa che col passare del tempo avviene sempre meno. Infatti, il fatto che ci siano queste piccole feste, isolate e ripetitive, non significa che il campus sia pienamente vissuto e lo si può notare ogni fine settimana, quando gli studenti preferiscono andarsene, rendendo l’Unical un deserto. Ribadiamo che il miglioramento dei servizi, la creazione di eventi artistici e culturali creati da studenti, musica e sport, devono essere la soluzione per ripopolare il campus com’era una volta. un campus vissuto è un campus sicuro, dove neanche violenza e xenofobia possono passare.
FGC Unical