“Alla diminuizione del lavoro nell’edilizia, legato alla crisi degli ultimi, non ha corrisposto una decrescita del numero di incidenti sui cantieri, ma bensì un aumento”. E’ il dato allarmante al quale il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Crotone, Antonio Grilletta, si è agganciato nell’introdurre, lo scorso lunedì 17 dicembre, presso il Lido degli Scogli, il convegno “La gestione integrata della sicurezza nei luoghi di lavoro: dall’approccio prescrittivo a quello prestazionale. Normativa, metodologie, prassi e casi di studio”, organizzato dall’ordine professionale crotonese e patrocinato dal Consiglio nazionale degli ingegneri e dall’Inail.
Al convegno, il cui tema è particolarmente attuale nel nostro territorio che nell’anno che volge al termine è stato funestato da due gravi incidenti sul lavoro nei quali hanno perso la vita complessivamente sette persone, sono stati invitati a portare il proprio contributo il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano ed alcuni tra i più grandi esperti nazionali in sicurezza sui posti di lavoro, a partire dall’ingegnere Rocco Luigi Sassone, risk manager per grosse multinazionali e membro del gruppo di lavoro Sicurezza del Consiglio nazionale dell’ordine degli Ingegneri, che ha utilizzato l’esempio più complesso dei centri commerciali per illustrare gli scenari di rischio da prevenire e gli obblighi e gli impegni associati dalle figure di sicurezza.
In tema di normative, Giuseppe Piegari, dirigente dell’Ufficio vigilanza, salute e sicurezza dell’Ispettorato nazionale del lavoro, tra gli estensori della legge 81/08, ne ha illustrato punti di forza e punti deboli, insistendo sul ruolo strategico della formazione. Sull’importanza della formazione ha insistito anche Gaetano Fede, consigliere nazionale dell’ordine professionale e responsabile dell’area Sicurezza, che si è occupato, in particolare, dell Codice di prevenzione incendi (Dm 3/8/2015), illustrando il decalogo per la sua applicazione e le proposte del Consiglio nazionale degli ingegneri. La formazione, studiata e strutturata in maniera efficace, nel caso del Codice di prevenzione incendi, si è rivelata essere anche un deterrente per quanti si improvvisavano professionisti antincendio: da quando la nuova norma l’ha introdotta, questi sono sensibilmente diminuiti, facendo sì che la concorrenza dimiuisse ed il lavoro aumentasse per quelli che invece si sono adeguatamente formati.
Di formazione da intendere come reale volano di crescita delle aziende e non come “mercatificio degli attestati” aveva parlato, nel suo saluto istituzionale, anche l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Crotone Leo Pedace, che, provenendo dal settore della prevenzione, ha anche puntato il dito contro le lacune della legge 81/08, mentre il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Zambrano, ha sottolineato l’importanza che la formazione e la gestione del rischio passino da un approccio prescrittivo ad uno prestazionale.
L’ingegnere Daniele Galoppa, coordinatore della Consulenza tecnica per l’edilizia della Direzione regionale Calabria dell’Inail, spiegando che da indagini post infortuni emerge che sono causati nel 90% dei casi da cattiva organizzazione e dal restate 10% da comportamenti insicuri, ha insistito sull’importanza che le aziende passino da un approccio passivo alla sicurezza, mosso cioè solo dalla necessità di rispettare le norme per non incorrere in sanzioni, ad un approccio proattivo in cui il datore di lavoro agisca con coscienza sociale, avendo cioè come obiettivo primario quello di salvaguardare la salute dei suoi dipendenti. Questo tipo di approccio, ha evidenziato Galoppa, rende anche l’azienda più competitiva perché abbatte gli elevati costi della non sicurezza (risarcimenti e sanzioni in primis). Ecco perché il rischio, in questo approccio, deve essere interpretrato come opportunità di crescita dell’azienda.
A proposito di sanzioni, l’ingegnere Mario Finocchiaro, dell’unità operativa Controllo e vigilanza del Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Asp3 di Catania, ha utilizzato i casi pratici di quattro delle oltre 260 ispezioni effettuate nell’ultimo anno nella provincia siciliana per illustrare quali sono le più frequenti violazioni delle norme in materia di sicurezza sui cantieri.
“Si può morire di fatica?” è l’interrogativo che si è posto Antonio Frontera, tecnico della prevenzione presso lo Spisal di Crotone, che ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando un caso sul quale si è recentemente espressa la Cassazione (sentenza n.15136 del 27/3/2017) che ha condannato per omicidio colposo il titolare di un’impresa di costruzioni che aveva permesso che un suo autista, apparentemente più prestante degli operai presenti, scaricasse in un solo giorno di lavoro, circa 7 tonnellate di termoblocchi di cemento, morendo cinque giorni dopo per rabdomiolisi, ovvero per troppo sforzo.
L’importante convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Crotone, al quale non hanno fatto mancare la propria presenza i presidenti degli ordini di Catanzaro, Gerlando Cuffaro, di Vibo Valentia, Salvatore Artusa, e di Reggio Calabria, Domenico Condelli, è stato anche l’occasione per celebrare i 25 anni dalla costituzione dell’ordine professionale crotonese. Per l’occasione sono state consegnate delle targhe ricordo agli ingegneri che si sono iscritti all’ordine nell’anno della sua costituzione, ovvero il 1993: Luchetta Ferdinando Antonio, Oppido Francesco, Crugliano Raffaele, Cosco Rosario, Ciccopiedi Tommaso, Pirillo Aldo, Araldo Giacomo, Pompò Francesco, Maletta Giuseppe, Tricoli Francesco e Fedele Rosario.
Un riconoscimento è stato anche consegnato ai presidenti che si sono avvicentati in questo quarto di secolo: Antonio Bevilacqua, Alfonso Mancuso, il compianto Peppe Russo per il quale era presente la moglie e collega Rita Longo, Roberto Antonio Federico, Vincenzo Mano ed Antonio Grilletta, attualmente in carica. Per tutti l’onore di essere premiati direttamente dalle mani del presidente nazionale Zambrano.