Archiviato il procedimento penale sulle terme di Cotronei. La richiesta del sostituto procuratore Alessandro Riello e del difensore del sindaco Nicola Belcastro e del responsabile tecnico dell’ente Antonio Urso, l’avvocato Francesco Verri, è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari. Inconsistenti le ipotesi di abuso d’ufficio e violazione delle norme paesaggistiche inizialmente fornulate per i lavori sull’argine del fiume Neto preliminari alla realizzazione del complesso termale silano. Per il pm e per il gip “la notizia di reato è infondata”. Due anni di indagini della Polizia e del Noe dei Carabinieri, svariate deleghe, il sequestro dell’argine e di documentazione presso il Comune non hanno infatti portato alla luce nulla di rilevante. Le investigazioni si sono dapprima indirizzate verso i tecnici che avevano redatto il progetto di messa in sicurezza del centro termale, con esclusione quindi della responsabilità del sindaco e dell’ingegner Urso, e poi verso l’archiviazione. Infatti il pm Riello ha osservato che la difformità fra progetto ed esecuzione di una parte dell’argine, ammesso che esista in quanto “il tutto si fonda su opposte valutazioni”, non ha alcun significato penale considerato fra l’altro che “non è provata in alcun modo il carattere decisivo di detta difformità ai fini del prosieguo dei lavori”. L’avvocato Verri aveva sollecitato tale giudizio depositando nel fascicolo anche la sentenza del Tar Calabria che aveva annullato la nota dell’Autorità di Bacino regionale la quale, dopo il sequestro, aveva sospeso, in attesa di verifiche e accertamenti, l’approvazione della nuova carta dei vincoli idraulici nelle aree delle terme. Anche il Tar aveva infatti scritto che “non si comprende in cosa consista la difformità rilevata né essa come possa incidere sulla valutazione del rischio idraulico”.
Archiviato il procedimento sulle terme di Cotronei
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