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L’ASSOCIAZIONE DISTURBI ALIMENTARI COSENZA PRESENTA UNO SPETTACOLO DI BENEFICENZA SULLA BULIMIA

Redazione

“Manuale Distruzione” è la storia di Mariantonia, un’attrice alla ricerca costante della sua dimensione artistica. Tutte le incertezze della protagonista scaturiscono dalla perenne propensione al raggiungimento della perfezione. La bellezza è l’ossessione di una donna che pur di piacere e di piacersi, inizia il macabro gioco dell’autolesionismo: entra così nel vortice della bulimiacombattendo tra amore e odio.

Questa la storia dello spettacolo teatrale di beneficenza organizzato dall’Associazione Disturbi Alimentari Cosenza, che si terrà nel capoluogo bruzio, presso l’Officina delle Arti, alle ore 20.00del prossimo mercoledì 19 dicembre 2018.

Attraverso questo spettacolo di beneficenza, l’ADAC intende parlare di un tema estremamente delicato e nasce dalla volontà di far luce sul profondo disagio che fa scattare il malsano meccanismo dell’autolesionismo.

Il progetto “Manuale Distruzione”, di e con Mariantonia Capriglione, nasce dalla volontà di mettere a fuoco, attraverso la messa in scena di un monologo teatrale, la tematica della bellezza femminile e di come questa, a volte, si trasformi in ossessione fino a trasfigurarsi in bulimia e di come, quest’ultima, spesso non venga vissuta come una malattia, bensì come una possibilità.

Il lavoro, sotto la regia di Raffaele Romita, si sviluppa su tre linee narrative: la nascita di un’attrice, la paura di essere una donna ‘imperfetta’, la bulimia.

Ogni donna racchiude nel suo animo il desiderio di essere la più bella, vorrebbe esserlo e vorrebbe sentirselo dire. Talvolta questo desiderio diventa così ossessivo da trasformarsi nella paura di non essere accettata.

L’attrice per antonomasia deve racchiudere il principio della bellezza: per un’attrice il corpo è fondamentale. In questo lavoro, infatti, è richiesta una bella presenza, una stereotipata silhouette che rispetti i canoni imposti dalla moda.

La bulimia diventa così il rimedio a tutte le ossessioni che in maniera sempre più preponderante prendono piede nella psiche della donna: è la speranza di trovare la luce in un mondo che vive nell’ombra.

Mia (nome che spesso viene associato alla Bulimia) diventa amica, amante e confidente. Un macabro modo di amare e amarsi, lo scotto che si deve pagare per poter sembrare il proprio modello di riferimento.

Il cocktail di queste tre entità diventa un turbinio di parole, immagini ed emozioni che, pian piano, conducono il lavoro da un clima allegro e frizzante nel dramma più profondo, dall’incubo, alle allucinazioni fino alla perdita della percezione di ciò che è reale.

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