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Pino Assalone Segretario provinciale FLC-CGIL Cosenza: Regna il silenzio sul Regionalismo differenziato

Redazione

Siamo fortemente preoccupati del sostanziale silenzio che c’è intorno al tema del regionalismo differenziato richiesto dalla regione Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna su cui questo governo sta lavorando alacremente avendo compiuto un passaggio dal punto di vista politico molto importante che avrà il suo primo esito il 15 febbraio 2019.

Eppure nessuno ne parla  e i cittadini  non ne sanno nulla.

Gli obiettivi che stanno dietro questa paventata autonomia sono tanti, principalmente ci sarà la trasformazione dei beni pubblici nazionali in beni pubblici locali, quindi queste regioni assumeranno funzioni che oggi sono esercitate dallo Stato.

Avremo, pertanto un regionalismo a geometria variabile sia sul piano economico che su quello dei diritti sociali. Ciò avrà conseguenze molto gravi sulla esigibilità dei diritti dei cittadini di questo Paese che ci porterebbe ,pericolosamente ,verso una secessione con 21 modelli regionali differenti.

Questa sarà l’autonomia delle diseguaglianze . Riteniamo che l’autonomia non può essere la risposta alle problematiche comuni a tutto il Paese e che così facendo lascerebbe indietro altri territori, altre realtà, rompendo di fatto il vincolo di solidarietà e il principio perequativo del nostro Paese.

Quello che ci preoccupa come FLC-CGIL è la possibilità di una regionalizzazione della scuola pubblica che potrebbe, nei fatti ancora più, accentuare  il divario tra Nord e Sud del Paese. Il rischio potrebbe essere  quello che si vada verso  un ulteriore incremento dei finanziamenti alle scuole private indebolendo il dettato costituzionale garantito dallo Stato  di dare pari opportunità a tutti i cittadini. Saremo di fronte a un caos istituzionale. L’Italia è già un Paese  con molte diseguaglianze  sociali, economiche e culturali che crescono, purtroppo, giorno dopo giorno. L’idea dei contratti regionali  nelle scuole  aprirebbe  il delicato problema sulla libertà di insegnamento che piegherebbe il diritto  alla istruzione alle contingenze  delle singole situazioni regionali. La stessa mobilità del personale della scuola verrebbe bloccata qualora si chiedesse di essere trasferito in altra regione. La stessa offerta formativa delle scuole avrebbe notevoli ripercussioni, se la stessa avverrà sulla base del PIL che le singole regioni produrranno.

Se davvero si vuole una scuola autonoma bisogna lottare  per incrementare  occupazione e livelli di istruzione al Sud e abbassare i tassi di dispersione scolastica piuttosto che staccare  pezzi del nostro Paese dove l’economia è più fiorente. In questo modo si acuirebbe  la questione meridionale mai risolta.

Per queste ragioni e non solo crediamo che ci sia urgente bisogno di spiegare ai cittadini che si tratta di  questioni che incideranno  sulla vita delle persone e  sulla situazione complessiva del Paese.

Come Flc-Cgil  non permetteremo una autonomia che di fatto si chiama secessione, perché si vuole una divisione del Paese  con effetti devastanti sui servizi sanitari, che già ci sono, sulla istruzione sul ,tema del lavoro e su quello ambientale. Riteniamo che su scala nazionale si debbano garantire  almeno il livelli essenziali di prestazione sociale, impegnando lo Stato a fare di più, a finanziare programmi e politiche di spesa in misura non differente in tutto il territorio nazionale. Bisogna stare all’erta perché il federalismo è una cosa , la secessione è un’altra.

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