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Tajani, Roma e Madrid possono fare molto contro il terrorismo

Redazione

“Nella lotta al terrorismo serve più cooperazione tra i Paesi europei. L’asse franco-tedesco è positivo, ma nel campo della difesa Italia e Spagna possono fare molto”. Lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, aprendo un convegno sull’Europa organizzato questa mattina in Senato. “C’è bisogno di più Italia sulle decisioni che vengono prese a Bruxelles – insiste Tajani – perché l’Italia non può perdere questo treno. Con un’Italia più protagonista l’Europa è destinata a contare di più”. Nel settore della difesa, l’Ue sta facendo passi avanti, fa notare. Si tratta di un percorso ormai avviato, ma ci vorrà tempo, aggiunge Tajani. Bisogna arrivare “a una Fbi europea e fare un salto di qualità”. Nei prossimi 2 anni, ossia fino a giugno 2019, quando si terranno le prossime elezioni, ha proseguito il presidente del Parlamento Europeo, “cercheremo di mantenere quegli impegni sottoscritti a marzo 2017 proprio qui a Roma”. Un impegno, ha ribadito, “che riguarda tutti gli stati membri”. I temi, ha aggiunto, sono tutti interconnessi dalla lotta al terrorismo e alla disoccupazione fino all’immigrazione. Quel che serve, insiste, “è investire nella stabilità”. Costa meno, fa notare Tajani, “investire in Africa che non investire nei salvataggi in mare. Ed è molto più proficuo far crescere quei paesi, senza dare soldi ai dittatori locali, ma agendo attraverso le Nazioni Unite”. I quasi 4 miliardi di euro nel fondo per l’Africa dell’Ue non sono sufficienti, ha concluso Tajani, dobbiamo investire anche con le nostre Pmi”. ”In Europa non bastano la pace, il mercato unico e l’Euro, servono un disegno e un impegno politico”, evidenzia il presidente del Parlamento europeo. ”Serve – sottolinea Tajani – una politica che crei le regole giuste per consentire all’economia di funzionare. Servono un sostegno alle piccole e medie imprese, investimenti in settori nuovi quali rinnovabili e green economy”. Serve, ribadisce, “un accesso al credito semplificato e una tassazione più omogenea”. Tutto questo, aggiunge, va fatto rapidamente. “Da soli – conclude – non si compete con Russia, Cina, Stati Uniti o India. Serve una Europa più unita”.

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