L’Italia, ostaggio del buonismo “arcobaleno” del Pd e degli innamorati di Macron che hanno avuto il ben servito, è ormai da troppi anni e in una misura incontrollata senza la tutela dei propri confini .
In questo quadro, al quale si aggiunge l’annuncio dell’apertura di tre nuovi centri, la Calabria è abbandonata a se stessa nella gestione delle migliaia di sbarchi che assumono ormai la misura dell’invasione di spiagge, piazze, seconde case che vengono occupate oltre all’emergenza sanitaria con i nostri ospedali, già in difficoltà a gestire l’emergenza – urgenza calabrese e strapieni nei reparti di malattie infettive .
Al di là dei Prefetti e delle risorse a disposizione per l’accoglienza, che spesso come ci racconta la cronaca, sono stati oggetto solo di business e di ruberie, c’è da tempo una denuncia inascoltata dei cittadini, dei Sindaci delle città che non reggono piùcon i nostri strumenti a disposizione a questo numero sempre più crescente di presenze .
La nostra terra da sempre solidale non può e non riesce a gestire questo urto che unito ai problemi che già ci portiamo dietro rischia di scoppiare.
Non è più finto allarmismo o questione ideologica ma un problema serio sottovalutato dal Governo Nazionale .
I dati ci dicono che solo una bassissima percentuale degli sbarchi vengono riconosciuti come richiedenti asilo .
Per chi sbarca, soprattutto per donne e bambini, tranne positive esperienze come Riace, nulla si è fatto in termini di politiche di integrazione e accoglienza e nulla possiamo fare rispetto agli strumenti a nostra disposizione .
Su questo tema anziché fare propaganda il Governo regionale, insieme ai sindaci, non può restare a guardare ma deve mettere al primo punto della sua agenda la questione sbarchi in Calabria.
Immigrati, Orsomarso chiede Consiglio regionale urgente
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