Come previsto la gigantesca macchia comparsa sulla superficie del Sole ha prodotto un’esplosione che ha scagliato uno sciame di particelle verso la Terra e che ha già provocato problemi alle comunicazioni radio sul Pacifico e sull’Artico. Il 15 luglio lo sciame potrebbe generare una tempesta magnetica di media intensità che potrebbe causare problemi alle comunicazioni radio e ai satelliti. Lo ha detto all’ANSA Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), consigliere per lo spaceweather della direzione scientifica dell’Inaf e dell’università di Trieste.
La macchia, che si chiama AR2665 ed è grande quanto Giove, ha generato un’esplosione, ossia un brillamento. Osservata dal satellite Sdo (Solar Dynamics Observatory) della Nasa, l’esplosione, ha spiegato Messerotti, ”ha emesso raggi X e protoni, cioè particelle elettricamente cariche, e una bolla di plasma”.
I protoni, ha aggiunto, hanno già colpito gli strati superiori dell’atmosfera terrestre, causando disturbi alle comunicazioni radio sull’Oceano Pacifico e soprattutto intorno al Circolo Artico. La nube invece potrebbe colpire il campo magnetico della Terra i 15 luglio, provocando una tempesta geomagnetica che potrebbe causare problemi a satelliti, sistemi elettrici e comunicazioni radio nelle zone vicine ai Poli.