Per l’Avvocato generale della Corte di Giustizia Ue, Yves Bot, le norme dell’Italia sulla prescrizione dei reati Iva vanno modificate, perché “quando il procedimento penale viene iniziato, il reo non deve più poter contare sulla prescrizione iniziale, che si è ormai interrotta”. L’antefatto della causa pregiudiziale in questione è la nota sentenza Taricco, in base alla quale, per le frodi Iva più gravi, la prescrizione è contraria al diritto dell’Unione.
All’indomani della sentenza Taricco, alcuni giudici italiani sono giunti a condannare l’imputato di frode Iva nonostante una prescrizione già maturata, della quale non hanno tenuto conto proprio in forza delle indicazioni della Corte di giustizia. La sentenza è stata poi rimessa in questione da alcuni giudici di Milano, che si occupavano di casi simili, secondo cui la soluzione della Corte di giustizia non era compatibile “con il principio di legalità in materia penale sancito dalla nostra Costituzione”. Ma per l’avvocato generale, “deve prevalere sul diritto interno (nella specie, sul diritto italiano) un concetto uniforme di interruzione della prescrizione” che “permetterà di assicurare il perseguimento dei gravi reati nell’ambito dell’Unione”.