“Anche questa battaglia che in fondo ha unito nord e sud – commenta Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – ha avuto il suo coronamento con i due decreti interministeriali firmati dai ministri dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico, che hanno introdotto l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta del grano per la pasta e del riso. Questo è un ulteriore passo importante per le imprese agricole, per la trasparenza dell’informazione ai consumatori e per combattere la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per italiani che hanno provocato una crisi senza precedenti nei settori; ma è importante anche per il reddito dei nostri agricoltori ed i livelli occupazionali.
“Proprio in questi ultimi anni – rileva Molinaro – nella nostra regione ci sono stati esempi innumerevoli e di successo, portati avanti anche da giovani, di ritorno alla coltivazione del grano duro recuperando grani antichi e valorizzando terreni e aree anche marginali: l’indicazione di origine è una risposta che li incoraggia e sprona e per loro era una notizia attesa”.
“Dobbiamo andare avanti sulla strada della trasparenza dell’informazione – prosegue – perché 1/3 della spesa resta ancora anonima. Certo, risultati sono stati ottenuti ma l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, nel concentrato di pomodoro, sughi pronti, succhi di frutta, carne di coniglio fino al succo nelle bibite che per la Calabria rappresenta una straordinaria opportunità economica e sociale oltre che un rafforzamento del vero made in Italy”.