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Laboratorio: «Si ai “buoni spesa” no ai buoni pasto»

Redazione

Questo non è il periodo delle polemiche, ma quello dell’unione e del gioco di squadra, soprattutto tra pubblico e privato.

Ed è per questo e con spirito costruttivo che ci permettiamo di dare alcuni suggerimenti all’amministrazione comunale, sperando che il Commissario dimostri, diversamente da quanto fatto finora, capacità di ascolto e voglia di confrontarsi con la città.

Sulla situazione dei “buoni spesa”, sulla loro erogazione e sull’efficacia e tempestività di questa azione, però, ci sono troppe perplessità.

Nonostante il ritardo nella preparazione dell’avviso, che avrebbe potuto contare su quanto già prodotto da gran parte dei comuni italiani che giorni prima hanno pubblicato i loro avvisi, quanto predisposto dall’ente guidato dal commissario prefettizio Tiziana Costantino sembra fatto per rendere difficile la vita a chi la ha già abbastanza complicata.

Il modulo di domanda è inutilmente più complesso di quanto fatto altrove, la compilazione non è alla portata di tutti e richiede l’assistenza di qualcuno.

Purtroppo questo modulo è figlio della “cocciutaggine” di chi non gradisce il confronto, nemmeno con il terzo settore che, siamo certi, avrebbe dato un contributo utile a semplificare l’iter.

La complessità rischia di intorpidire la trasparenza che deve essere un faro che guida tutti i passi della nostra quotidianità. Non vorremmo che qualche becero politicuccio stia facendo “favori” nella compilazione delle domande, magari offrendo il proprio aiuto per poi domani avere un ritorno “elettorale”.

Questo è stato il primo errore su cui non siamo intervenuti proprio per evitare polemiche e nella speranza che lo sbaglio potesse essere corretto successivamente.

Ma evidentemente ciò che noi consideravamo un atteggiamento errato in realtà è un vero e proprio modus operandi del Commissario.

Sulla scelta di come saranno erogati questi fondi è ancora un mistero. Dagli atti del Comune non si comprende in quale modo la cittadinanza usufruirà di questo sostegno che, giusto per chiarezza, vogliamo ricordare, ammonta a circa 574 mia euro.

Noi ci auguriamo che il Comune imbocchi la strada di “buoni spesa” veloci da distribuire e da spendere nella maggior parte degli esercizi della città, con cui attivare semplici convenzioni.

Speriamo che nessun “genio” della pubblica amministrazione pensi di adottare i classici buoni pasto che avrebbero delle controindicazioni così evidenti da scoraggiare qualsiasi amministrazione a perseguire questo percorso.

I fondi per i “buoni spesa”, i famosi 574 mila euro hanno, evidentemente, due obiettivi: il principale è quello di dare un immediato sollievo a tutte quelle famiglie che, ad oggi, non hanno sostentamento, obiettivo secondario ma non meno importante, è quello di mettere in circolo liquidità ed ecco perchè nemmeno un centesimo deve essere sprecato in “commissioni” e lontano da Crotone, ma tutti i fondi devono essere spesi in città.

Utilizzare i buoni pasto significherebbe fare un’azione, non sappiamo nemmeno quanto veloce, ma tutta sulle spalle degli esercenti crotonesi.

Le controindicazioni nell’uso dei buoni pasto sono le seguenti: una parte dei fondi si sprecherebbe nelle commissioni alla società che li emette, gli esercenti dovrebbero anticipare la merce che verrebbe pagata loro 90 giorni dopo l’acquisto e a un prezzo inferiore, e già questo basterebbe a capire immediatamente che invece di far ricadere tutti i fondi sulla città, una buona parte andrebbe lontana ed in tasca ad un’unica società. Uno dei problemi, poi, dei buoni pasti è che possono essere spesi solamente in quegli esercizi commerciali convenzionati con l’azienda che li emette, escludendo così tutti i piccoli esercenti a favore della grande distribuzione.

Per non parlare del problema della consegna dei ticket ai quasi duemila richiedenti.

L’invito che, quindi, facciamo all’amministrazione comunale è quello di trovare una soluzione che porti il massimo dei vantaggi a Crotone sia in termini sociali che economici.

Suggeriamo al Commissario, inoltre, di aprire sull’argomento immediatamente un dialogo con il terzo settore, dal confronto con le organizzazioni che vivono quotidianamente il tema della povertà potrebbe probabilmente nascere un approccio più efficace.

Sarebbe un vero peccato che in questa straordinaria emergenza il Comune di Crotone non sappia reagire con tempestività e efficienzaA

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