Estendere a pasticcerie, ai bar, alle pizzerie, ai ristoranti la possibilità di effettuare l’asporto, fermo restando il divieto di somministrazione di bevande. È questa la richiesta avanzata da Emilia Noce, la presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio Crotone.
La Noce chiede di dare la possibilità a queste attività di “lavorare, in sicurezza e con tutte le misure precauzionali del caso, così come avviene per altre attività, altrimenti si decreterà la loro morte”. Per quanto riguarda poi la riapertura, per la Noce “se la probabile ripresa a fine maggio è comunque piena di incertezze, si dovrà comunque fare i conti con una drastica riduzione degli accessi nei locali commerciali, distanze ed obbligo di dispositivi di sicurezza. La spesa per le imprese sarà ancora più grande per adeguarsi alle normative e dall’altro lato si avrà un ingente riduzione del fatturato, date le stringenti disposizioni sulle distanze che faranno saltare un tavolo ogni due in media in molti esercizi”.
Per questo la Fipe chiede che “le istituzioni, tra le tante azioni, si facciano carico dei mancati incassi dovuti alle restrizioni, risarcendo gli imprenditori in maniera congrua e misurata per il periodo di chiusura obbligatorio, imposto per legge dall’emergenza covid-19”.
“In questo momento di difficoltà gli esercenti crotonesi hanno diligentemente rispettato le disposizioni governative, mettendo le loro attività nelle mani dello Stato. Tuttavia, l’incertezza che caratterizza questa situazione sta creando loro un duplice danno: da una parte il mancato guadagno e le spese accumulate, dall’altra la minaccia di un abusivismo dilagante. Ed infatti, tante attività oggi aperte vendono prodotti dolciari o alimentari non di loro stretta pertinenza, causando un grave danno al comparto in oggetto, fermo da più di un mese”.