«Ci eravamo illusi. Attendevamo una puntuale risposta chiarificatrice del sindaco Stasi ai rilievi tecnico-giuridici sollevati dall’avv. Nicola Candiano ed invece il nulla. Non può naturalmente non destare preoccupazione quanto affermato dall’amministrativista».
È quanto dichiara il dirigente e componete dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani in merito alle presunte nomine illegittime dei dirigenti nominati che potrebbero provocare l’intervento della Corte dei Conti.
«Premesso che il Comma 1 dell’art. 6 della legge regionale n. 2 del 2 febbraio 2018 di istituzione del comune unico di Corigliano Rossano prevede espressamente che entro sei mesi dall’elezione del consiglio comunale debba essere redatto lo statuto comunale, è evidente come l’Amministrazione comunale, a 18 mesi dal suo insediamento, sia palesemente inadempiente. Ma ciò che dovrebbe far riflettere gli amministratori è quanto evidenzia l’avvocato Candiano: non essendo ancora in vigore il nuovo statuto e dovendo far riferimento ad un ordinamento che non prevede figure dirigenziali come quello dell’ex comune di Corigliano, sembra chiaro che la via delle nomine dirigenziali attraverso l’utilizzazione dell’art.110 del Tuel non è praticabile. Potrebbe conseguirne che i quattro dirigenti nominati dal primo cittadino siano illegittimi».
«Eppure, quando Stasi era all’opposizione contestò all’allora sindaco Mascaro le stesse condotte. Come contestò all’Autorità nazionale Anticorruzione il ruolo del segretario comunale, additato come controllore e controllato. La medesima situazione in cui sembra trovarsi oggi il suo segretario comunale, investito del ruolo di responsabile dell’anticorruzione ed a interim delle dirigenze della Polizia Locale e dell’Avvocatura civica (per il quale non sembra averne i titoli), settori incompatibili fra loro».
«Stasi ha adottato decisioni oppugnabili – incalza Ernesto Rapani – anche nel metodo di selezione dei dirigenti. Una di queste è stata utile a nominare un concorrente che per come riporta un provvedimento dell’Amministrazione, non era idoneo a partecipare al bando, poi ripescato e ironia della sorte preferito ad altri, a quanto pare, dai curriculum migliori. E rispetto a quanto accaduto, “carta canta” perché esistono agli atti due determine, regolarmente vigenti, una che esclude il partecipante dalla selezione per mancanza di requisiti ed una successiva che poi lo integra ed è lo stesso che poi risulta vincitore. Ma di ciò il sindaco dovrà risponderne alla Procura della Repubblica dopo la denuncia di uno dei partecipanti».
«Come dovrebbe, Stasi, rispondere alla città sulla veridicità di tutto ciò. In assenza di suoi chiarimenti, per tutelare gli interessi della comunità, saremo costretti a rivolgerci alle autorità competenti. In ultimo, meraviglia l’atteggiamento dei consiglieri di maggioranza che avallano questo modo di amministrare la cosa pubblica, sottovalutando eventuali responsabilità patrimoniali nelle quali potrebbero incorrere. Ai posteri l’ardua sentenza».