Sono stati rinviati a giudizio i vertici della clinica privata Sant’Anna Hospital di Catanzaro, rimasti coinvolti nell’inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro denominata Cuore Matto sui fondi percepiti per le attività svolte nell’inesistente reparto di Terapia . Questa mattina il Gup, Paola Ciriaco, ha disposto il rinvio a giudizio per Rosanna Frontera, per Giuseppe Failla, per Domenico De Fazio e per la clinica Sant’Anna Hospital stralciando la posizione dell’ex direttore sanitario Gaetano Muleo. Tutti dovranno ora affrontare il processo che si aprirà il 22 marzo del 2022.Nei giorni scorsi l’Asp di Catanzaro aveva firmato la delibera di riparto dei fondi per gli erogatori privati assegnando appunto al Sant’Anna Hospital 26 milioni di euro per l’annualità 2021. Ammessa come parte civile l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro; Bindo Missiroli, 66 anni di Roma; Placido Grillo, 49 anni e Gaetano Morabito, 40 anni di Melito Porto Salvo. Intensiva cardiologica della struttura accreditata al servizio sanitario regionale.
L’indagine, condotta dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, ha ipotizzato un sistema di raggiri e artefizi consistiti nel rendicontare fittizie prestazioni di ricovero effettuate nel reparto Utic della clinica privata che, sebbene formalmente accreditata non era mai materialmente esistita nè comunque mai entrata in funzione. Secondo la ricostruzione degli investigatori, in tal modo avrebbero indotto in errore l’Asp di Catanzaro sull’effettivo funzionamento dell’unità di terapia intensiva coronarica e la concreta erogazione delle relative prestazioni sanitarie procurandosi un ingiusto profitto, con pari danno per l’Asp, che sulla scorta delle false attestazioni elaborava Dgr nei quali venivano riconosciuti e liquidati a favore della clinica privata rimborsi anche a titolo di prestazioni Utic. Tra gli indagati figura anche la clinica privata Sant’Anna Hospital specializzata nella cura di patologie cardiochirurgiche, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto quantificato dagli investigatori in oltre 10 milioni di euro a titolo di rimborsi erogati dall’Asp per prestazioni sanitarie.