Dall’accordo tra Regione e Trenitalia, l’offerta turistica esclude la tratta Sibari-Crotone. Sulle altre direttrici di mobilità, l’area resta sempre al palo e vittima dei disegni centralisti.
Continua la politica isolazionista a danno della lingua di costa compresa tra Sibari e Crotone. Nella nuova offerta turistica estiva, Trenitalia, ha investito sia in corse a lunga percorrenza, sia in offerte regionali. Ad onor del vero registriamo l’unica corsa da Crotone a Sibari in coincidenza con il Frecciargento. Tuttavia se paragonata alle 34 corse tra Reggio e Melito, alla decina tra Roccella e Reggio, alla Soverato Line con prosecuzione su Lamezia, alla Cedri line per la riviera e verso il Cilento, al prolungamento della Tropea express a tutta la costa Viola e alle tre corse giornaliere tra Cosenza e Metaponto, appare alquanto riduttivo, per non dire mortificante pensare che l’area compresa tra Sibari e Crotone, dove giace un’offerta turistica notevole e fra le più alte considerato il numero di posti letto e di strutture presenti (si pensi al Parco divertimenti fra i più grandi d’Europa, o alla presenza di ben tre aree archeologiche e tutta l’offerta relativa alle strutture silane direttamente afferenti lo Jonio) sia stata trattata, come al solito a pesci in faccia.
Come se non bastasse viene sperimentato il nuovo servizio Frecciarossa notte tra Reggio e Milano, un Frecciarossa fast che congiungerà Milano a Reggio in meno di 9 ore, la Freccia della Laguna dal Tirreno a Venezia, due coppie di Freccia per Torino e vengono confermati i collegamenti con la Capitale. Sia ben chiaro, di tutto ciò ci compiaciamo, a differenza di quanto qualche mente deviata può immaginare, siamo felici se la Calabria potrà beneficiare di ulteriori servizi. Tuttavia puntualizziamo che il Sistema Calabria non può continuare ad estromettere l’Arco Jonico da un’offerta degna di un Paese civile.
Persino il tanto atteso intercity Reggio Milano via Sibari-Crotone, è rimasto una chimera, nessun incremento di corse da Crotone verso Taranto e Bari, nessun collegamento in coincidenza con il Frecciarossa transitante su Metaponto. Di contro l’unico Freccia in partenza dallo Jonio viene mercificato con la concessione di altre fermate in territorio extraregionale, nonostante tali stazioni siano servite già da ben 4 corse freccia durante la giornata. E non ci si dica che sulla Sibari—Crotone l’offerta langue per la mancata elettrificazione, perché da Catanzaro verso Melito e Lamezia non ci risulta che la trazione dei treni sia elettrica eppure l’offerta parla di numeri che sull’Arco Jonico neppure immaginiamo. Neanche pensare di deviare un Freccia o qualche intercity da San Lucido, verso Sibari quindi l’Adriatica dove già la linea è elettrificata.
Tutto ciò, naturalmente si consuma nel più totale silenzio della politica, locale, regionale e nazionale. Anzi, e qui siamo al paradosso ed alla vacuità, in alcuni casi la politica jonica genera note che esprimono giubilo verso un’offerta vergognosa, offensiva, discriminante e mortificante verso un popolo che paga le tasse come tutti gli altri ed una classe imprenditoriale che dovrà registrare l’incremento delle presenze nelle imprese loro concorrenti.
Non cambia il discorso sull’offerta aerea considerato che Sacal investe solo sullo scalo lametino. Del resto non potevamo certo aspettarci di più da una società il cui capitale è suddiviso tra Regione Calabria, Provincia di Catanzaro, comuni di Catanzaro e Lamezia, imprenditoria Cosentina, Lametina e Vibonese. Neppure un’unità Pitagorica nella società, atteso che la città di Crotone dovrebbe essere quella maggiormente rappresentata della zona jonica.
Ed il discorso appare come un clone anche sugli investimenti stradali, se pensiamo al fatto che nel secondo consiglio dei Ministri non è stato previsto neppure un euro per la SS106. Si farfuglia di progetti che risultano sempre collaterali al centralismo, ma concretamente per la Sibari Crotone, c’è poco se non nulla.
Nessuna visuale per i due porti jonici, mentre si attendono piogge di invistimenti per Gioia. Il tutto mentre le portualità di levante restano innaturalmente inglobate nell’autorita di bacino Gioiese, pur avendo Taranto affine per vocazioni e ad uno schiocco di dita.
Ci chiediamo se la Politica intenderà avviare un ragionamento in Parlamento finalizzato ad un’interrogazione che chiarisca le motivazioni per cui si è deliberatamente deciso di annichilire una delle aree demograficamente più grandi della Regione. Quale arcano motivo si cela dietro tali politiche isolazioniste verso la Sibaritide ed il Crotoniate, le uniche che potrebbero generare, se adeguatamente coadiuvate un reale incremento del PIL che riverberebbe benessere diffuso a tutta la Calabria.
È tempo che anche il popolo si dia uno scatto d’orgoglio riacquisendo consapevolezza dello stato d’abbandono in cui il territorio è stato relegato e che la pallida ed inutile protesta, talvolta manifestata sui social, si trasformi in proposta e mobilitazione. Perché se la politica annaspa a fare il suo lavoro, qualcun altro dovrà sostituirsi alle sue manchevolezze se non vogliamo che questo territorio venga finanche cancellato dalle mappe geografiche.