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APPROVATO STATUTO CORAP, SPIRLÌ: «CAMBIO DI PASSO»

Redazione

Dal 2016 non erano stati adottati atti fondamentali. La delibera proposta dal presidente della Regione e dall’assessore Orsomarso verrà trasmessa alle commissioni consiliari

La Giunta regionale della Calabria, nella riunione di oggi e su proposta congiunta del presidente della Regione, Nino Spirlì, e dell’assessore allo Sviluppo economico, Fausto Orsomarso, ha approvato lo statuto del Consorzio regionale per le attività produttive (Corap) a cinque anni dalla sua creazione.Dopo la delibera di Giunta, lo statuto verrà trasmesso alle commissioni del Consiglio regionale.Il Corap gestisce le aree industriali della Calabria e alcuni impianti di depurazione e, pur esistendo dal 2016, a oggi non erano stati adottati gli atti fondamentali previsti dalla legge (la numero 24 del 2013) che regolamenta il Consorzio e altri enti.«RISPOSTA FORTE»«Si tratta – dichiara il presidente Spirlì – di un notevole cambio di passo che ho personalmente voluto. Se qualcuno voleva far fallire il Corap, oggi ha avuto una risposta forte. Il lavoro della dirigenza dell’ente e del commissario straordinario, Renato Bellofiore, sta proseguendo esattamente lungo la via indicata dalla Giunta regionale, cioè quella di risanare un ente fondamentale per lo sviluppo industriale e per un incremento dell’occupazione nel territorio».«Oltre allo statuto – aggiunge Spirlì – sono stati già inviati ai vari dipartimenti di competenza i bilanci 2018-2019, trasmessi ufficialmente, e il Piano di sviluppo industriale. Non ci siamo limitati a questo: anche i passi successivi allo statuto, e cioè i regolamenti, sono già pronti e in attesa di essere notificati alla Regione, non appena le commissioni consiliari avranno terminato il loro lavoro».«Per quel che riguarda il Porto di Gioia Tauro, assieme all’ammiraglio Agostinelli e in sinergia con il ministro Giovannini – conclude il presidente –, sono attivo da tempo per il reale sviluppo di un’area troppe volte utilizzata come mera terra di conquista per aspiranti politici».

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