Sono ormai trascorsi più di tre anni dalla chiusura del Castello Carlo V di Crotone e,
quindi, dall’impossibilità di accedere ai servizi culturali fruibili all’interno del monumento, in
particolare la biblioteca comunale ed il museo civico, nonostante ci siano le condizioni per
una parziale riapertura. E’ questo il contenuto dell’esposto presentato alla Procura della
Repubblica da parte di Teodolinda Monte, Vincenzo Fabiani, Filippo Sestito, Raffaele
Riganello, Antonio Tata, Vincenzo Medici e Francesca Pesce.
L’interdizione all’accesso pubblico era stata disposta con ordinanza del sindaco di Crotone
n. 32 del 5 aprile 2018, motivata dall’esito di alcune indagini radiometriche che avevano
evidenziato valori anomali di radioattività ambientale derivanti dalla presenza di meta
silicati contenenti TENORM.
Le successive rilevazioni ed indagini eseguite, tuttavia, hanno accertato che la sede della
biblioteca e del museo civico, come altri parti del Castello, non fossero contaminate ma
nonostante queste comunicazioni, la commissione tecnica istituita presso al Prefettura non
ha proceduto a delimitare l’area interessata dal rischio di contaminazione né il sindaco ed
il Commissario prefettizio hanno ritenuto di revocare l’ordinanza e di interessare la
Commissione tecnica per i provvedimenti conseguenti.
Ad oggi, dopo le sollecitazioni del Comitato Antica Kroton, la Prefettura ha comunicato di
aver svolto un incontro con alcuni soggetti della Commissione da cui è emersa
l’opportunità di un nuovo sopralluogo con la nomina di un esperto da parte del Comune di
Crotone per poi stabilire il da farsi.
Intanto diritti dei cittadini continuano a restare inaccessibili e la dimensione culturale del
nostro territorio sempre più mortificata.
Filippo Sestito