La prima a innervosirsi, poi a intavolare sotterfugi, e infine a far finta di dire tutto per non dire
niente, è stata la ormai di per sé mitologica Nancy Iachino, ex delegata ai beni confiscati del
Comune di Reggio che, per avallare meglio le sue bugie, qualche giorno fa, si è fatta accompagnare
dal Sindaco in persona in una conferenza stampa che rimarrà certamente nella storia di questa
sciagurata amministrazione. Oggi invece si è consumata l’ennesima fumata nera davanti alla
Commissione Controllo e Garanzia, convocata presso l’Assessorato al Patrimonio edilizio del
Cedir. Noi consiglieri di minoranza siamo sbigottiti di fronte al comportamento della maggioranza,
che, dovendosi presentare stamane, ha pensato bene di boicottare la seduta con un giochetto,
riuscito malissimo, che avrebbe fatto inorridire finanche gli ingenui bambini del nostro asilo
comunale. La convocazione è stata recapitata anche alla Iachino e al capogruppo del PD, che però
non si sono minimamente preoccupati di metterci la faccia in una vicenda dai contorni sempre più
paradossali. Pizzicati sui mancati atti amministrativi del Comune, riguardo la normativa sul
monitoraggio dei beni confiscati alla mafia almeno degli ultimi quindici anni, e per i quali in sei
anni non sono state predisposte nemmeno le carpette con le informazioni minime su tali beni, la
maggioranza e la stessa Iachino continuano a mettere la testa sotto la sabbia. La vergognosa
pantomima, andata in scena stamattina, davanti alla pubblica assemblea della Commissione e alla
stampa locale, rappresenta il sigillo sulle solite sciatterie della giunta Falcomatà, ma è anche un
segnale importante che la dice lunga su una gestione amministrativa a dir poco ambigua. La seduta,
a pochi minuti dall’inizio è stata sospesa per la mancanza del numero legale. I pochi consiglieri di
maggioranza, che si erano palesati questa mattina, si sono sciolti come neve al sole uscendo
velocemente dalla commissione dopo pochissimi minuti. L’unico a rimanere è stato Filippo
Quartuccio per chiedere il numero legale, per il quale tutta la maggioranza si era già messa
d’accordo. Una tattica procedurale per sabotare, ancora una volta, la questione e i nodi venuti al
pettine nell’indagine conoscitiva in corso e sulla quale si sta spendendo finanche il Prefetto di
Reggio Calabria. La verità, chiara ormai a tutti, è che la Iachino e i consiglieri di maggioranza si
vergognano di venire in Commissione, perché non sanno cosa dire né come giustificarsi sui mancati
monitoraggi dei beni confiscati. Si riempiono la bocca di paroloni come trasparenza, legalità,
partecipazione democratica, mentre l’evasione di massa, compiuta stamattina, spiega apertamente la
reazione rabbiosa di Nancy Iachino di fronte alla pretesa di controllare atti assolutamente pubblici e
di competenza proprio della ex delegata per i beni confiscati. Altro che trasparenza, qui rischiamo
di pescare in acque profonde e torbide. Noi consiglieri di minoranza non abbiamo polvere da
nascondere sotto il tappeto, bensì stiamo facendo semplicemente il nostro dovere e non ci
fermeremo davanti a nessuna strategia di intralcio di questa maggioranza, né davanti alle
dichiarazioni al vetriolo della Iachino, divenuta ormai un mito di inefficienza misto a livore.
Piuttosto, siamo convinti, ora più che mai, che bisogna applicare lo stesso sistema di controllo in
tutti i settori del Comune, e proseguiremo a oltranza, una legittima battaglia di conoscenza ed esame
degli atti pubblici fino ad oggi negati, a partire dal prossimo giovedì. Lo dobbiamo alla cittadinanza
reggina.
I consiglieri di opposizione in Consiglio comunale