Molte ancora le sfide : Crotone risulta quart’ ultima nella lista delle cinque peggiori realtà penitenziarie italiane in termini di sovraffollamento carcerario.
Esprimo soddisfazione per il percorso di attenzione e centralità che i detenuti hanno raggiunto in questi anni. Attraverso un lungo e difficile lavoro quotidiano si è sempre cercato di far emergere le potenzialità della persona in merito anche alla funzione rieducativa della pena e di recupero del condannato.
Nel 2018, all’ inizio di questa esperienza per la città di Crotone, la seconda in Calabria a dotarsi di una autorità di garanzia e vigilanza nei luoghi di restrizioni della libertà personale, le problematiche della detenzione erano per lo più sconosciute alla collettività erano un affare per chi era coinvolto in prima persona o con e familiare ; oggi tutti conoscono e sono consapevoli delle criticità che affliggono le carceri italiane.
Il carcere in questi anni si è sempre aperto all’esterno: teatro, scuole, laboratori di poesie e scrittura, esibizioni musicali, cultura sono solo alcuni dei momenti formativi della persona. Si è guardato sempre all’individuo, non come numero ma come essere umano che cerca di rialzarsi dopo una sconfitta. Come non ricordare infine la sfida del Covid:i timori iniziali, il blocco delle attività e dell’ accesso delle famiglie, poi la lotta per i vaccini e finalmente un lento e graduale ritorno alle dinamiche quotidiane anche se solo parzialmente.
L’ultimo semestre dell’attività dell’Ufficio del Garante comunale dei diritti dei detenuti di Crotone ha visto la prosecuzione, come nel penultimo semestre, di una continua e proficua collaborazione e sinergia con l’Amministrazione penitenziaria, con la Rete dei Garanti territoriali con gli organi dell’Ente comunale. Indispensabile l’apporto della “società civile” , al mondo associativo attento ai bisogni ed alle necessità.
Si è raggiunta una crescente sensibilità sociale, come forma di attenzione e vicinanza, verso le problematiche del mondo carcere e di chi vi gravita. Significativo è stato il supporto delle realtà associative operanti nel nostro territorio, sempre pronte a dare man forte, specialmente per quanto ha riguardato la dotazione di strumenti di protezione e individuale contro la pandemia.
Attraverso l’impegno sinergico anche dei garanti regionale e comunale si è avviato dapprima l’inclusione delle persone recluse nel Piano vaccini regionale calabrese” e successivamente l’iter di vaccinazione anti Covid presso i luoghi di reclusione calabresi.
Nel periodo emergenziale a Crotone, sono stati consegnati fino al novembre del 2020, oltre 2000 dispositivi di protezione individuale per la profilassi e che gli stessi rappresentano una misura solo temporanea per assicurare il diritto alla salute.
Nel marzo 2021 con sentimenti di soddisfazione, si è constatato l’ inizio delle vaccinazioni per la popolazione detenuta presso la Casa circondariale di Crotone. Circa una sessantina di persone recluse hanno avuto la prima dose di somministrazione vaccinale già nei primi giorni.
La preoccupazione e la doverosità dell’inclusione nel piano regionale anti Covid per la Calabria, espressa sia nell’appello lanciato dal Garante regionale per la Calabria dei detenuti agostino Siviglia, e poi dal Garante comunale di Crotone, Federico Ferraro, ha trovato concreta e fattiva risposta nelle prime vaccinazioni in corso.
Nel suo rapporto sulle condizioni di detenzione intitolato “A partire da Santa Maria Capua Vetere, numeri, storie, proposte per un nuovo sistema penitenziario” l ‘Associazione Antigone evidenzia in merito al problema del sovraffollamento che tra gli istituti vi sono importanti differenze: 117 istituti italiani su 189 hanno un tasso di affollamento superiore al 100% e 11 carceri hanno un affollamento superiore al 150%, come quello di Brescia (200%) e Bergamo (168%).
Il dato che preoccupa maggiormente il nostro territorio, esplicitato sempre nel report sopraindicato, riguarda la classifica dei peggiori istituti italiani in termini sovraffollamento; ci sono Brescia con 378 detenuti, che rappresentano il 200%, Grosseto (27 detenuti, 180%), Brindisi (194 detenuti, 170,2%), Crotone (148 detenuti, 168,2%), Bergamo (529 detenuti 168%).
Crotone risulta quart’ ultima nella lista delle cinque peggiori realtà penitenziarie italiane in termini di sovraffollamento carcerario.
Il dato preoccupante non può risolversi con una breve lettura, ma ci impone una riflessione seria e profonda : possibile che nel 2021 ancora il dato di presenze effettive rispetto a quelle regolamentari risulta disatteso con percentuali così importanti?
Possibile che ad oggi, nonostante l’emerga Covid , non sia possibile rispettare in diversi luoghi di restrizione delle libertà le normative sul distanziamento?
Occorre senza indugio un intervento normativo oramai improcrastinabile che consenta l’accesso più ampio alle misure alternative alla detenzione, seppur attraverso il vaglio dell’autorità giudiziaria di sorveglianza in riferimento alle singole situazioni processuali.
Nei giorni scorsi gli incontri con il Prefetto S E d.ssa Maria Carolina Ippolito, il Comandante Prov.le dei Carabinieri Ten.Col. Gabriele Mambor, con la Direzione della Casa Circondariale la d.ssa Caterina Arrotta e tutto il personale in servizio del DAP e della Polizia Penitenziaria.
Desidero ringraziare, infine gli organi di stampa e della TV che hanno fatto conoscere all’esterno il mondo carcere, tutti coloro i quali si sono interessati ai detenuti e coloro che silenziosamente ogni giorno partecipano alle loro sofferenze umane e processuali.
Il Garante comunale
Avv Federico Ferraro