Alla nota del 17 agosto al commissario dell’Asp di Crotone, Domenico Sperlì, in cui evidenziavo le criticità che hanno portato al perdurare dell’emergenza randagismo nel territorio crotonese, ho ricevuto una risposta poco rassicurante, bisognosa, a mio avviso, di ulteriori chiarimenti. Da qui l’invio, il 26 agosto, di una seconda nota. Nella sua replica, infatti, il Commissario afferma che: “Non esistono canili sanitari dell’ASP” di Crotone e che l’unico canile sanitario, sito presso il canile rifugio comunale di località Martorana, è stato sequestrato nel 2016. Se ne deduce che la Asp Magna Grecia, da ben 5 anni, non effettui alcun servizio di sterilizzazione e cura dei randagi, disattendendo quindi alle norme vigenti e demandando tutto ai privati, con conseguente dispendio di denaro pubblico. Mi sfugge, però, il motivo per cui nel 2019, dissequestrato il canile rifugio comunale (di cui è stata aumentata addirittura la capienza), sia rimasta sotto sequestro la parte sanitaria dello stesso, indispensabile al funzionamento della struttura e il cui ambulatorio veterinario risulta perfettamente funzionante: mi consta che il veterinario privato del canile rifugio lo utilizzi, nonostante il sequestro che secondo il Commissario sarebbe ancora vigente.
Circa la mancata risposta al Comune di Isola Capo Rizzuto, che, avendo approntato un locale e facendosi carico di tutte le spese, chiedeva al Servizio Veterinario di procedere all’identificazione dei randagi raccolti dalle associazioni, secondo Sperlì l’Asp avrebbe dato disponibilità ad effettuare la microchippatura dei cani nel suddetto locale. Al Comune non risulta tuttavia pervenuta alcuna risposta ufficiale in tal senso, e di fatto il servizio non è mai partito.
Nel cronoprogramma delle azioni avviate e da avviare dall’Asl per risolvere l’emergenza, inoltre, il Commissario include la richiesta alla Regione di essere autorizzato ad aprire un ambulatorio sanitario dove effettuare tutte le attività previste dalla legge sul randagismo. A mia conoscenza, però, non esiste una norma che subordini l’avvio di tale servizio dell’Asp ad un’autorizzazione regionale. Unico barlume di speranza… è la notizia che, per iniziativa del dott. Pugliano, si è costituita un’Unità Speciale Prevenzione Randagismo, unità, aggiungo io, che potrebbe essere immediatamente operativa, essendo l’ambulatorio veterinario di Martorana, come già ricordato, attualmente funzionante.
Auspico, in definitiva, che dal radicato immobilismo di questi anni finalmente si passi ad azioni incisive, invece di continuare ad essere complici, forse inconsapevoli, del business dei canili privati, a scapito del bene comune e della sicurezza pubblica, oltre che del benessere animale. Serva da monito ulteriore il recente tragico episodio di Satriano (CZ), causato, come evidenzia l’associazione “Bios – Villaggio dei randagi” di Catanzaro, anche dalla vergognosa gestione del randagismo da parte di Enti (Comuni, Asp) troppo spesso totalmente assenti e indifferenti.