Flora Sculco: “Lo spostamento della direzione della Bper è uno scippo per Crotone”
La storia di una banca è inevitabilmente anche quella del territorio su cui agisce e degli attori economici e politici che la animano.
La sua azione è al tempo stesso specchio e motore delle dinamiche, non solo economiche ma soprattutto sociali e culturali, che la attraversano.
Ridurre il rapporto tra banca e territorio, soprattutto quando si parla della Banca Popolare di Crotone che nasce, cresce e si sviluppa nella città e nel territorio della provincia pitagorica, ridurlo ad una semplice colonna di calcolo in cui inserire freddi dati, significa mortificare una storia che, in taluni casi si trasforma in tradizione.
E il rapporto tra Crotone e la Banca Popolare, al di là delle diverse denominazioni e assetti societari che si sono susseguiti nel tempo, è lo specchio di una comunità e della sua evoluzione negli anni.
La notizia del trasferimento della Direzione Territoriale “Calabria e Sicilia” dalla storica sede di Crotone a Reggio Calabria, non è solamente incredibile ma totalmente inaccettabile e direi anche ingiustificata.
Una decisione questa che non solo priverebbe Crotone e la sua provincia di una storica presenza ma che comporta anche la spoliazione di un territorio di professionalità che qui sono nate, cresciute e si sono sviluppate e formate.
Siamo difronte ad un vero e proprio scippo, l’ennesimo, ai danni di Crotone.
Per questo, comprendo e condivido la preoccupazione delle decine di dipendenti Bper che, oggi, dopo questa irrazionale decisione, vedono il proprio futuro messo in discussione.
Non si tratta solo di esprimere una dovuta quanto completa e sentita solidarietà ma una piena e totale condivisione delle loro preoccupazioni.
Questo problema non riguarda soltanto loro ma coinvolge tutti quelli che hanno a cuore le sorti di Crotone del crotonese.
Già una volta nella sua storia la Banca Popolare ha dovuto pagare dazio a Reggio Calabria.
E che dazio, salatissimo per i risparmiatori crotonesi.
Anche questa volta, il territorio rischia di pagare un costo elevatissimo per una scelta aziendale dettata da dinamiche diverse, estranee all’economia.
Oggi come allora, non si comprende perché spogliare gli uffici di Crotone e svuotare l’edificio storico della direzione, per realizzarne uno ex novo a Reggio Calabria.
Tutto questo ci appare, tra l’altro, un atteggiamento e un’azione di “lesa maestà”, una vera e proprio offesa ad una città che ha dato i natali a questo istituto, che ha nutrito il suo radicamento e la sua crescita.
Ed ora si vorrebbe mortificare questa città senza alcuna giustificazione logica.
Tutto questo è inaccettabile.
Così come appare inaccettabile il silenzio degli attori istituzionali crotonesi, totalmente inermi davanti a questa vicenda.
Richiamo, per tanto, il sindaco di Crotone e la deputazione nazionale al proprio ruolo a difesa del nostro territorio, della nostra economia e della nostra storia, e a mettere in campo tutta la propria autorevolezza istituzionale per bloccare questo scippo.