Vittima era fuori la sua abitazione dove era ai domiciliari
Due persone sono state arrestate in relazione al tentato omicidio di Domenic Signoretta, avvenuto a Nao di Ionadi, nel Vibonese nel maggio 2019, mentre lo stesso si trovava all’esterno dell’abitazione in cui era sottoposto agli arresti domiciliari.
L’uomo è considerato dagli investigatori l’armiere del clan Mancuso di Limbadi e vicino al boss Pantaleone alias “L’ingegnere”.
Si tratta di Antonio Campisi, di 31 anni e Rocco Molè, di 26.
I due sono stati arrestati da personale della Squadra mobile di Vibo Valentia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catanzaro per tentato omicidio, aggravato dalla finalità mafiosa. L’agguato sarebbe stato compiuto, secondo gli investigatori, nel contesto di scontri per gli equilibri tra cosche di ‘ndrangheta.
La misura cautelare è stata emessa dopo che, il 17 dicembre scorso, personale della Squadra mobile vibonese, con il Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia economico finanziaria, con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza, avevano dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Dda di Catanzaro, nei confronti di Antonio Campisi, di 32 anni, il tentato omicidio di Domenic Signoretta.
Campisi era stato localizzato ad Ardore Marina (Reggio Calabria), dopo controlli sul territorio posti in essere dagli investigatori. (ANSA).