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Con il decreto n. 5 del 4 gennaio 2022 del Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente, pubblicato sul Bur
del 17 gennaio, viene revocata l’autorizzazione integrata ambientale n. 2014/2010 (integrato e modificato
con DDG n.540/2011 e il DDG n.873/2011) e successivi DDG n. 5474/2019 e DDG n.8403/2020, rilasciata
alla srl Ecolsystema per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi a Scandale.
Si tratta, di tutte le autorizzazioni che la Regione Calabria, nel corso degli anni aveva concesso per attuare
una discarica da attuare in località Santa Marina di Scandale.
Autorizzazione iniziale, data per la costruzione di una discarica di amianto nel 2010, a finire con le
autorizzazioni date, per un progetto modificato.
La Regione, nel corso di questi 12 anni, era riuscita a dare altre autorizzazioni nonostante l’Aia originaria
(quella del 2010) fosse stata annullata nel 2012, con un decreto del Presidente della Repubblica, avuto
grazie ad un ricorso straordinario, esperito nei confronti dell’atto amministrativo, dagli avvocati Pina
Notarianni e Anna Fico del foro di Crotone, su incarico del Comitato cittadino contro la discarica, e a nome
di Gino Albo.
Con il ricorso suddetto, del 10.08.2010, si contestava la violazione del Piano energetico ambientale
regionale del 2005 nel quale si vieta, per effetto di un emendamento voluto dall’allora consigliere regionale
Pino Napoli, la realizzazione di discariche nel territorio crotonese. Pertanto nel ricorso al capo dello Stato si
sollevava l’illegittimità della deliberazione della regione Calabria, per violazione di legge ovvero erronea
interpretazione ed applicazione in relazione all’art. 14 della l. n .241 del 1990, nonché l‘illegittimità della
deliberazione della Regione Calabria, per violazione di legge ovvero erronea interpretazione ed
applicazione, in relazione all’art. 178 del d.l. n. 152 del 2006, come modificato dal decreto legislativo n. 4
del 2008; E in data 15 giugno 2011 veniva inoltrato al ministero dell’ambiente atto di interpello, sempre
dagli stessi avvocati, Pina Notarianni ed Anna Fico.
A battersi contro la discarica è stato anche il sindaco di Scandale, Antonio Barberio e la sua giunta, che
hanno sollevato anche una problematica che il dipartimento regionale ambiente non aveva c considerato e
cioè la presenza di un elettrodotto di Terna, la cui servitù impediva di realizzare opere al di sotto della linea
elettrica, e sottoposta a vincoli forestali. Propri i vincolo forestale è stata la goccia che ha fatto traboccare il
vaso, ed obbligato la Regione a revocare tutte le autorizzazioni rilasciate dal 2010 in poi.
Decisivo è stato anche l’intervento della Procura della Repubblica di Catanzaro, che nel 2020 ha avviato
un’indagine sull’iter autorizzativo per la discarica di Scandale. E grazie a Gratteri è emersa la presenza del
vincolo forestale, già sollevato dal sindaco Barberio.
Elemento che ha reso necessario indire una conferenza di Servizi , che è durata sei sedute, e nell’ultima del
9 agosto 2021 veniva decisa la revoca dell’autorizzazione, affermando a chiare lettere che aveva rilasciato
un parere idrogeologico e di non aver mai rilasciato un parere sul vincolo forestale. Quindi in base al parere
dell’agricoltura Settore Forestazione, secondo cui “non si possa ritenere legittima l’autorizzazione rilasciata
nel 2010” è stata decisa la revoca dell’autorizzazione rilasciata nel 2010 ( già annullata dalla disposizione
del Capo dello Stato) sulla base della quale la stessa Regione aveva poi concesso le ulteriori autorizzazioni.
Decisione impugnata da Ecolsystema, ma i giudici del TAR nell’ordinanza del 20 dicembre 2021 hanno
imposto alla Regione Calabria, di emettere entro il 10 gennaio 2022 il decreto di revoca motivato. Pertanto
, il Dipartimento ha revocato dopo 12 lunghi anni, l’autorizzazione alla Ecolsystema.