La giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo che si celebra oggi impone una riflessione a cui dobbiamo provare a dare corpo, benché i tempi che viviamo ci raccomandino ancora prudenza nei contatti e restrizioni rispetto agli spazi di aggregazione.
Purtroppo, tutti gli studi recenti certificano un aumento del disagio giovanile causato dalla pandemia, un dato preoccupante che non può lasciare indifferenti.
La salute mentale, i disturbi comportamentali, tutte le forme di insofferenza o di poca adattabilità
ai contesti sociali che riguardano i nostri giovani ci richiamano a un dovere di responsabilità nei loro confronti senza che nessuno, qualsiasi sia il ruolo, possa sentirsi avulso dalla necessità di fare qualcosa.
Dal garantire spazi di condivisione e aggregazione aperti e inclusivi, al costruire opportunità che stimolino la creatività fino al favorire l’acquisizione di competenze digitali senza trascurare la conoscenza delle opportunità della rete ma anche dei suoi pericoli, dei suoi limiti e delle sue regole. Perché anche il bullismo, come il cyberbullismo, non sono la causa ma il sintomo di problemi più grandi e complessi che hanno bisogno di approcci multisettoriali e multidisciplinari.
Si avverte quindi la necessità di un lavoro condiviso tra più soggetti rispetto ai quali il Comune si pone come anello di congiunzione.
Un impegno che vogliamo assumere come amministrazione verso le giovani generazioni e a cui intendiamo dare gambe e cuore con una programmazione che decliniamo come “educativa territoriale”, che miri ad ampliare cioè le opportunità di formazione e di crescita.
Certamente troveremo partner motivati e esperti nelle famiglie, nella scuola, nelle associazioni sportive e in quelle culturali, nelle parrocchie e in tutte quelle organizzazioni sociali che insistono sul territorio e che già operano in questa stessa direzione.
L’assessore alle Politiche Sociali
Filly Pollinzi