Si chiama A68 ed è uno dei più grandi iceberg mai visti: è il risultato del distacco di una parte dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C, lungo la costa orientale della penisola antartica. Per gli esperti è un nuovo campanello d’allarme per lo stato di salute dei ghiacci antartici.
A dare la notizia sono stati i ricercatori dell’università inglese di Swansea, che monitoravano il fenomeno dal 2014. Il distacco era atteso da tempo, gli ultimi 13 chilometri della frattura si sono distaccati negli ultimi 30 giorni.
Il nuovo iceberg comparso in Antartide pesa circa 1000 miliardi di tonnellate con una superficie di 5.800 km quadrati e uno spessore di 200 metri. Adrian Luckman, dell’Università di Swansea, ha detto che i ricercatori continueranno a “monitorare il destino di questo enorme iceberg” che emerge dalla superficie dell’oceano per circa 30 metri: l’acqua che contiene è pari a tre volte quella del lago di Garda ed equivale all’acqua consumata in media nel mondo nell’arco di cinque anni.
Ma nonostante questi numeri importanti, “non si tratta di un iceberg da record”, osserva Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Enea e presidente del Comitato glaciologico italiano.”Il distacco di questo iceberg è un segnale significativo di un processo avviato anni fa – ha rilevato l’esperto – e continua a fare della piattaforma Larsen un vero e proprio sorvegliato speciale”.
La Larsen C è la più meridionale di tre piattaforme indicate con le lettere A, B e C: la prima si è staccata nel 1995, la seconda è parzialmente crollata nel 2002 e dalla Larsen C è appena nato il nuovo iceberg, probabilmente fra il 10 e il 12 luglio.
Per Frezzotti questo distacco “di per sè non è un evento catastrofico, ma è il segnale significativo di un processo che si è avviato da tempo e bisognerà vedere l’andamento della situazione nei prossimi anni”. Il distacco che è avvenuto finora corrisponde infatti a circa il 10% dell’intera piattaforma di ghiaccio, della quale restano ancora integri circa 50.000 chilometri quadrati.