La lotta alla deforestazione non passa solo da controlli, sanzioni e campagne ambientaliste. Nei Paesi in via di sviluppo uno strumento efficace, e a basso costo, consiste nel pagare i proprietari terrieri affinché non abbattano gli alberi. Lo dimostra è uno studio condotto in Uganda e pubblicato sulla rivista Science.
Le foreste ugandesi, casa di scimpanzé a rischio di estinzione, hanno perso il 2,7% di estensione all’anno tra il 2005 e il 2010, uno dei tassi più alti al mondo. Il 70% delle foreste, spiegano i ricercatori, si trova su terreni privati, spesso di proprietà di agricoltori poveri che disboscano per raccogliere legna e guadagnare terreno da coltivare.
Gli esperti hanno preso in esame un gruppo di 120 villaggi; nella metà hanno offerto ai proprietari terrieri l’equivalente di 28 dollari all’anno per ogni ettaro di foresta lasciato intatto. In base ai risultati, i villaggi che hanno beneficiato dell’offerta hanno conservato mediamente 5,5 ettari di foresta in più.
La cifra, evidenziano gli studiosi, equivale a 3mila tonnellate di CO2 non rilasciata in atmosfera, a un costo di 46 centesimi di dollaro per tonnellata “risparmiata” nei due anni in cui si è svolto lo studio.