Grazie all’azione coesa e bipatrisan condotta dagli europarlamentari italiani è stato evitato che l’Italia venisse penalizzata dalla nascente normativa sul meccanismo di mercato destinato a far convivere, fino a quando necessario, le fonti energetiche ‘tradizionali’ con quelle rinnovabili. Questo in sintesi il messaggio lanciato da Simone Mori, responsabile per gli affari europei dell’Enel, nel fare il punto sul pacchetto di norme energetiche che l’Ue sta mettendo a punto.
“Un pacchetto di grande importanza perchè definisce linee guida di sviluppo del settore energetico nei prossimi anni. Con obiettivi importanti – ha detto Mori – per lo sviluppo della decarbonizzazione, delle fonti rinnovabili, e dell’efficienza energetica. Nello specifico, il voto del Pe – ha proseguito il dirigente Enel – ha riguardato aspetti tecnici, in particolare come il mercato dovrà cambiare per ospitare una grande quantità di fonti rinnovabili”. Ma durante il dibattito sono emerse alcune modifiche proposte dal relatore del pacchetto che “avrebbero creato problemi importanti proprio nel mercato italiano perchè – ha spiegato Mori – avrebbe ucciso sul nascere il mercato del meccanismo della capacità che l’Italia ha proposto e da poco approvata dalla dg concorrenza e che rappresenta un complemento fondamentale delle fonti rinnovabili. Non si può fare il 55% di rinnovabili uscendo per altro dal carbone senza avere un mercato delle capacità che garantisca che gli impianti convenzionali siano presenti, benchè funzionando sempre meno, per poter compensare le produzioni di rinnovabili quando non c’è vento o sole. C’è quindi bisogno di tecnologie convenzionali che tengano in equilibrio la rete almeno fintanto che le batterie non diventeranno una tecnologia a portata di mano”.
“C’è stata una battaglia importante perchè la modifica del pacchetto avrebbe portato danni rilevantissimi per il nostro sistema”, ha detto ancora. “Ma i membri italiani hanno lavorato insieme in commissione industria in un’ottica bipartisan per mitigare fortemente gli effetti di questo tentativo. E questo in un’ottica di salvaguardia dell’interesse del mercato italiano.
Bisogna dare atto ai nostri parlamentari che hanno fatto un eccellente lavoro” “Crediamo che prima del 2050 tutta la produzione di elettricità potrà venire da fonti ‘libere ‘ da CO2, essenzialmente rinnovabili”, ha detto ancora Mori. “Ma fino a quando le nuove tecnologie per le batterie non saranno totalmente disponibili è necessario che ci siano centrali convenzionali termoelettriche pronte a funzionarie. Non ci devono essere sussidi, ma un mercato sul quale offrire a minor prezzo questa capacità. Un modo competitivo, completamente trasparente che già usano americani, inglesi e francesi e che finalmente potremo cominciare a usare anche noi”.