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Esperto, l’Italia non è su sentiero di sviluppo sostenibile

Redazione

“L’Italia non è su di un sentiero di sostenibilità, purtroppo. Ce lo dicono le analisi che abbiamo fatto noi e che ha fatto il Ministero dell’Ambiente. Ma ci sono state importanti novità che andrebbero concluse. Lo dico alle forze politiche che devono decidere”. Lo ha detto oggi Enrico Giovannini, docente di statistica e portavoce dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (Asvis), alla cerimonia alla Camera per la chiusura del primo Festival dello sviluppo sostenibile.

“La strategia energetica nazionale è fondamentale, senza non centreremmo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Va realizzata – ha proseguito Giovannini -. Sulla povertà e le disuguaglianze sono stati fatti fatti passi avanti, ma manca l’attuazione della legge delega, manca un piano nazionale”.

“Sull’economia circolare il Ministero dell’Ambiente ha fatto il Catalogo sui sussidi dannosi per l’ambiente – ha detto il docente -. Siamo schizofrenici, spendiamo 16 miliardi all’anno per danneggiare l’ambiente e 15 per tutelarlo. Il Catalogo è un buon inizio, una opportunità incredibile per realizzare quello che il Collegato ambientale prevede: quei 16 miliardi vanno gradualmente trasformati in incentivi alla transizione ecologica”.

“Speriamo che il governo adotti al più presto la Strategia italiano di sviluppo sostenibile e ne faccia un monitoraggio annuale – ha concluso Giovannini – perché le realtà cambiano rapidamente e bisogna essere rapidi a cambiare”.

L’Asvis (Alleanza per lo sviluppo sostenibile) è nata nel febbraio 2016 per promuovere in Italia l’Agenda Globale dell’Onu per lo sviluppo sostenibile (approvata nel settembre 2015). Questa Agenda prevede 17 Obiettivi (Sustainable Developement Goals, SDG) da raggiungere entro il 2030 (di qui il nome Agenda 2030). Dell’Asvis fanno parte 160 soggetti fra ong, enti territoriali, università, centri di ricerca, sindacati, organizzazioni di categoria, fondazioni. Secondo l’Alleanza, l’Italia compare nella zona rossa (condizioni critiche) su 7 Obiettivi: educazione, occupazione, disuguaglianze, consumo responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, pace e giustizia, partnership. I restanti 10 SDG sono in “zona gialla”. “In nessun caso – scrive l’Asvis in un documento – l’Italia rientrerebbe nella cosiddetta ‘zona verde’, ossia in linea con gli obiettivi concordati”. Il prossimo luglio, l’Italia dovrà presentare all’Onu la sua Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile L’Asvis nel corso del Festival ha avanzato una serie di proposte al governo: l’inserimento nella Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile, l’assunzione da parte del Presidente del Consiglio della responsabilità delle politiche necessarie per lo sviluppo sostenibile (proposta recepita da Gentiloni), la trasformazione del CIPE in Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, il coinvolgimento nelle politiche delle Regioni e dei Comuni, la costituzione di un organismo di consultazione della società civile. Il primo Festival per lo sviluppo sostenibile ha organizzato 221 eventi in tutta Italia con 2.300 relatori, fra i quali 8 ministri, e ha coinvolto 300 scuole. Su Twitter ci sono state 400.000 visualizzazioni, su Facebook 220.000.

Gentiloni, a P.Chigi regia agenda 2030 sviluppo sostenibile. “L’Italia farà la propria parte nell’assumere a livello di governo la strategia per lo sviluppo sostenibile: adotteremo un documento per l’agenda 2030 nelle prossime settimane e daremo anche, con una direttiva del Presidente del consiglio, obiettivi particolari a ciascuno ministero e assumeremo direttamente a P. Chigi il coordinamento di questo lavoro”. Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni intervenendo al convegno “Italia 2030: un Paese in via di sviluppo sostenibile”, evento conclusivo del Festival italiano dello sviluppo sostenibile che si tiene alla Camera. Il coordinamento a Palazzo Chigi della strategia italiana per l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile non è certo motivato, dice Gentiloni, da un giudizio negativo sull’impegno dei ministeri dell’Ambiente e dell’Economia: il loro, dice il premier, “è stato un impegno positivo e li ringrazio apertamente, ma è giusto che se questo è un ‘obiettivo Paese’ allora il coordinamento sia della presidenza del Consiglio. Una regia che cercheremo di gestire con un rendiconto sull’attuazione degli obiettivi da parte dei diversi ministeri per l’agenda 2030 – conclude Gentiloni – con scadenza annuale, a febbraio”

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