Flash mob di Greenpeace contro lo smog in 23 città italiane, per denunciare l’impatto delle auto diesel sulla salute e sull’ambiente. Ai semafori delle vie più trafficate, i volontari dell’associazione hanno fatto pubblicità ad un nuovo prodotto, un detersivo di nome Diesel, “testato sui nostri polmoni, che lava più grigio di ogni altro sapone”. Hanno poi distribuito volantini e ritagli di stoffa stesi all’aperto per settimane e ingrigiti dallo smog, per evidenziare quanto l’aria che respiriamo nelle nostre città possa scurire anche i capi più bianchi.
Greenpeace, in particolare, sta puntando la sua attenzione su un inquinante specifico della mobilità a gasolio, il biossido di azoto, che secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente è responsabile nel nostro Paese di oltre 17 mila casi di morte prematura l’anno. “I danni che le auto diesel arrecano all’ambiente e a tutti noi, nonché il disastro del Dieselgate, non sono certo da imputare a chi ha comprato un’auto a gasolio, ma alle aziende che hanno ingannato i consumatori e ai governi che glielo hanno consentito”, dice Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Nelle scorse settimane Greenpeace ha avviato una campagna per chiedere ai sindaci delle quattro città più colpite dai fumi dei diesel – Milano, Torino, Palermo e Roma – di impegnarsi per limitare progressivamente la circolazione nei loro centri urbani di questi veicoli altamente inquinanti, fino a prevederne, entro la fine del loro mandato, lo stop definitivo.
L’organizzazione ambientalista ha inoltre messo a disposizione di tutti un kit di mobilitazione per costruire dal basso, in ogni città, una Rete No Diesel e chiedere al proprio sindaco misure progressive di bando del diesel. È nelle città che l’inquinamento atmosferico e il suo impatto sulla salute, specialmente quella dei nostri figli, hanno raggiunto soglie critiche che impongono azioni immediate.