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G7: Sul clima in 6 contro 1, Trump prende tempo

Redazione

Non c’è accordo sul clima fra i Sette Grandi del mondo. O meglio, è solo il presidente Usa Donald Trump a non essere d’accordo, perchè vuole prendere la “giusta decisione” affermano fonti della Casa Bianca. E la decisione dovrebbe slittare oltre il summit, come aveva già annunciato il 9 maggio scorso il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, sottolineando che il presidente vuole continuare a consultarsi con i suoi consiglieri
“per arrivare ad una decisione su cio’ che e’ nel miglior interesse degli Usa”. Ma dai tempi della campagna elettorale il presidente ha fatto sapere di essere pronto a cancellare gli impegni presi da Obama, sottolineando, come ribadito anche nei giorni scorsi a Roma, che l’accordo di Parigi costa troppo.

I leader di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Canada e Giappone non hanno invece alcuna esitazione, anzi sono fermamente determinati, a rispettare l’intesa raggiunta a Parigi nel 2015 contro il riscaldamento globale. Al G7 di Taormina la questione “resta sospesa” perchè “il presidente Trump ha in corso una riflessione interna di cui gli altri paesi hanno preso atto” ha detto il premier Paolo Gentiloni. Tra le ipotesi che circolano c’è anche quella di inserire una dichiarazione nel comunicato finale in cui si dice che tutti i Paesi del G7 si impegnano per il rispetto degli obiettivi della lotta ai cambiamenti climatici “ad eccezione degli Stati Uniti”. Proprio un paio di giorni fa l’Eliseo aveva ipotizzato la possibilità che la presidenza italiana del summit sarebbe stata costretta a “preparare due testi”: uno che affronti il tema in modo “piu’ debole” e perciò “deludente”, e uno che impegni i Grandi, soprattutto gli Usa.

Sul clima “vorremmo un comunicato ambizioso, ma la linea della Francia è di non indebolire l’accordo di Parigi” riferiscono fonti dell’Eliseo al G7, sottolineando che “c’è stata una discussione franca e diretta”, ma “non c’è ancora un accordo” tra i leader. “La posizione di Macron – aggiungono le stesse fonti – è quella di essere esigente e convincente con Trump, ma non al prezzo di un indebolimento dell’accordo di Parigi”.

Durante i negoziati “abbiamo detto chiaramente che vogliamo che che gli Usa rispettino l’impegno preso con l’accordo sul clima” di Parigi ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Tuttavia “gli Usa hanno chiarito di non aver ancora preso una decisione e che tale decisione non verrà presa qui”, ha aggiunto la Merkel.

Lasciando intendere che il nodo clima resta, la premier britannica Theresa May ha spiegato che c’è stata “un’ottima discussione” e che gli Stati Uniti “stanno studiando la loro posizione” coscienti “di quanto importante sia” l’accordo di Parigi.

“La posizione di Trump che minaccia di uscire dagli accordi di Parigi può essere un elemento di intralcio nel raggiungimento degli obiettivi ambientali ambiziosi stabiliti. Credo però che America o non America il processo andrà comunque avanti, la leadership la assumeranno altri Paesi, penso ad esempio alla Cina, dove il problema ambientale è il più grande che hanno e devono farci fronte” ha rilevato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a margine di un evento elettorale a Genova.

“In ambiente o si vince tutti insieme o si perde tutti, non c’è una via di mezzo, siamo obbligati ad andare d’accordo, è questo che dobbiamo far capire agli Stati Uniti e vogliamo affermare con molta determinazione – ha aggiunto Galletti -. Abbiamo preso un impegno a Parigi nel 2015 per combattere i cambiamenti climatici e sviluppare all’interno dei singoli Paesi delle politiche ambientali anche economiche. Per noi l’impegno resta serio e imprescindibile, continueremo ad andare avanti negli obiettivi di Parigi, penso che tutta l’Europa e tutto il resto del mondo andrà in quella direzione perché conviene andare verso un’economia verde e circolare, è una strada intrapresa che non ha via di ritorno”. “Abbiamo un grande appuntamento a giugno a Bologna: il G7 Ambiente a cui parteciperanno i ministri dell’Ambiente dei sette Paesi più industrializzati al mondo, lì ribadiremo con forza la nostra posizione” ha concluso il ministro.

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