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Il 25% delle imprese ha investito in green economy

Redazione

Sono oltre 345 mila le imprese italiane, un quarto del totale, che negli ultimi 5 anni hanno puntato sulla green economy. E’ quanto emerge da GreenItaly 2018, il nono rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere che pesa la forza delle realtà che hanno investito o prevedono di farlo entro la fine del 2018 in prodotti e tecnologie verde per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di C02. Imprese che risultano essere più competitive, esportando e assumendo di più. Un trend green in continua crescita, visto che solo quest’anno 207mila aziende hanno investito in sostenibilità o intendono farlo entro dicembre.

Ad emergere nel rapporto, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e promosso in collaborazione con il Conai e Novamont, è il dinamismo delle imprese del manifatturiero (da 5 a 499 addetti). Nel 2017, il 34% delle aziende che ha puntato sul green ha visto aumentare il proprio export contro il 27% di quelle che non lo hanno fatto; il 32% ha registrato un fatturato più alto contro il 24% e il 79% ha sviluppato attività di innovazione contro il 43%; innovazione che guarda anche a tecnologie di impresa 4.0 con il 26% contro l’11%. Buone anche le performance sul fronte dell’occupazione: alla green economy si devono quasi 3 milioni di posti di lavoro, il 13% del totale nazionale; percentuale che sale al 15% nel settore manifatturiero. Un valore destinato a crescere ancora entro l’anno, con una domanda di 474mila green jobs, il 10,4% di tutte le richieste per il 2018. Tante le professioni green, spiega il rapporto, dove si spazia tra ingegneri energetici o agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto.

“Oggi un quarto delle nostre imprese parla il linguaggio della greeneconomy, che significa rispetto per l’ambiente, tutela del territorio e delle sue risorse”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, nel constatare anno dopo anno la forza e i primati di questa Italia verde. “Una scelta coraggiosa e vincente compiuta da una quota rilevante delle nostre imprese – ha detto il presidente di Symbola, Ermete Realacci – che negli anni bui della crisi è diventata una reazione di sistema, una sorta di missione produttiva indicata dal basso, spesso senza incentivi pubblici”. Realacci ha poi voluto ricordare la leadership europea nelle performance ambientali raggiunta dalle imprese, che fa il paio con i primati internazionali nella competitività. L’Italia, con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto dalle imprese, è molto più efficiente della media Ue (455 tonnellate); è poi al secondo posto per consumi energetici per unità di prodotto, passando dalle 17,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro del 2008 a 14,2. Bene anche sul fronte della riduzione delle emissioni in atmosfera e dei rifiuti, come anche per quanto riguarda l’economia circolare. A questo proposito, per ogni chilogrammo di risorsa consumata l’Italia genera, a parità di potere d’acquisto, 4 euro di Pil contro una media europea di 2,2 e valori tra 2,3 e 3,6 di tutte le altri grandi economie continentali.

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