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Il silenzio è assordante: L’associazione rurale Calabrese aspetta ancora delle risposte

Redazione

Sono passati diversi mesi dal primo caso di peste suina africana a Cardeto, doveva essere un’ecatombe per tutti i cinghiali e i suini di allevamento ma, meno male, questo non è successo. Cosa ci sia sotto? solo il tempo ci darà ragione, di sicuro sono tante le stranezze. Non parliamo dell’opportunismo delle associazioni riconosciute, su quelle ci abbiamo fatto il “callo e le spese” noi cacciatori, ma bensì della poca chiarezza nell’esecutivita di una tale emergenza. Emergenza che pone dei limiti in zona rossa solo al mondo venatorio e non alle altre attività, come è successo un mese fa’ in zona rossa in provincia di Reggio Calabria con la gara di mountain bike e con un’escursione notturna, autorizzate a calpestare la zona infetta e a portare l’epidemia in ogni  luogo non ancora contaminato, forse è questo uno degli obiettivi che si vogliono raggiungere? Oppure è la gestione economica di una nuova epidemia con zone rosse, ma per le quali noi cacciatori calabresi vediamo solo zone di “ombra”… Le domande sono tante, in primis perché il PRIU(piano regionale interventi urgenti) viene attivato dopo un anno dalla sua approvazione?Si,dopo un anno, perché la regione Calabria ci aveva visto lungo sulla possibilità che questa “peste” ci potesse colpire.I tanti corsi per formare selettori e selecontrollori creano altri dubbi. Mi fai formare  come selecontrollore/selettore e poi non mi attivi, come di fatto è successo nelle aree infette in zona rossa. Perché non ci sono mai responsabili? Il nodo cruciale poi lo vediamo “intrecciato” negli ATC, dove vengono gestiti i rimborsi per i danni all’agricoltura, l’unico comparto a pagarne lo scotto maggiore dall’abbondanza dei cinghiali, dove le perizie vengono fatte dopo mesi dai danni senza un tangibile riscontro, sempre gli stessi tecnici/periti a gestire, e poi, la beffa, patteggiare con i piccoli imprenditori che si devono accontentare delle briciole.Per il momento non parliamo delle aggressioni alle greggi da parte dei cinghiali e del tutelato lupo, per i quali, l’allevatore deve anticipare da €35,00 a €50,00 di smaltimento carcasse, noi calabresi a questo punto ci chiediamo:ma la fauna selvatica è un bene indisponibile dello stato e ne fanno Vece le regioni perché devono pagare i cittadini? Perché tanti incidenti stradali non rimborsati? Dove sono i centri di conferimento delle carni selvatiche? Commentiamo con ilarità l’ultimo corso di selettori organizzato da uno degli atc cosentini che richiede già il possesso della carabina munita di ottica come requisito per poter accedere al corso, fuori da ogni regola, come se per prendere la patente devi per forza aver acquistato prima l’auto, siamo al ridicolo e sembriamo allo sbando, ma noi sappiamo bene che si sta solo cercando di prendere tempo per arrivare a settembre e far risolvere la “pratica” ai soliti volontari, senza creare spese all’amministrazione regionale, mettendo in uso l’ annata venatoria, troppo facile. Non ci meravigliamo più di nulla, selezione bloccata senza autorizzazione della Regione, selettori spostati dalla zona di appartenenza di una squadra perché questa gli porta tessere al solito “noto” a capo dell’atc, troppe irregolarità , imprenditori agricoli che ne hanno i danni e quindi sono costretti a denunciare, ma non sarà che siamo in balia di personaggi che non fanno il bene del mondo venatorio nonostante ne facciano parte? Possono avere a cuore i tanti agricoltori che ne hanno i grossi danni se nemmeno le loro associazioni ne gridano rispetto? Le domande sono tante, le proposte da parte nostra sono state disattese, l’unico impegno si ha solo in questi due mesi prima dell’apertura dell’annata venatoria, sarà per il fatto che parlare di calendario venatorio, porto D’armi bloccati, tutto quando serva a  quei numeri  che devono produrre soldi/tessere? Di contro la Calabria in zona rossa per la PSA comincia a bruciare, perché bisogna alimentare altre forme di lucro? Dell’ambiente, del territorio, della fauna selvatica e della flora non se ne occupa nessuno, dove sono i paladini animal ambientalisti, sotto l’ombrellone? Noi cacciatori e agricoltori   dell’associazione Rurale Calabrese impegnati tutto l’anno sulle problematiche del mondo rurale siamo stufi, troppe passerelle, troppe prime donne, ma del bene del mondo rurale siamo i soli ad occuparcene .Ci aspettiamo impegni Seri da parte della Regione, visto che da più di quattro anni, nelle nostre dirette Facebook e nelle sale dei vari comuni calabresi dove i primi cittadini ci hanno invitato ci è stato chiesto di fare proposte valide ad una di queste, il ripristino dei macelli comunali in disuso, ci è stato sempre risposto dai nostri politici regionali, che tanti non sono agibili, a questo noi abbiamo ribadito che se le tante scuole in Calabria dove studiano i nostri figli non sono agibili, ma vengono autorizzate anno dopo anno sulla pelle dei nostri bambini, allora si può fare anche davanti una tale emergenza come la PSA, o anche questa è una grande farsa dove gestire solo soldi e risorse in modo opportunistico?

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