Ci vorrà mezzo secolo prima che la macchia mediterranea di Sovereto, ampiamente distrutta dall’incendio divampato nel tardo pomeriggio di martedì 25, ritorni all’originario splendore. Quasi un colpo di grazia assestato ad un ecosistema litoraneo già eroso negli anni da ripetuti roghi e tagli abusivi. Favorite dalla giornata fortemente ventosa, propizia ad altri incendi dolosi innescati a Crotone e provincia, le fiamme hanno aggredito i pini e i rigogliosi cespugli di timo, lentisco, ginepri, cisti e filliree che costituiscono la cortina di verde alle spalle della spiaggia di Sovereto. E’ la nota “spiaggia dei gigli”, un tratto di costa pressoché intatto tra Capo Rizzuto e Le Castella. Ricordiamo un servizio di Vasco Pirri Ardizzone, trasmesso dal Tg 3 Regione nell’estate 2016, in cui si riportava l’inclusione di quella di Sovereto tra le dieci più belle spiagge d’Italia. I suoi bianchi e profumati gigli di mare (Pancratium maritimum), che sbocciano in estate tra le dune, costituiscono una presenza botanica ormai rara, e perciò protetta, lungo le coste del Paese. Tanta bellezza fa comprendere come natura e turismo siano strettamente legati. I bagnanti forestieri intervistati in quel servizio si dichiaravano innamorati di Sovereto, felici di poter godere di un luogo così incantevole dove mare e terra s’incontrano e creano scenari degni di incontaminate mete esotiche. La “spiaggia dei gigli” è ora rimasta monca della sua cortina di verde. Su quell’angolo di Mediterraneo è calato un sipario di fiamme che lascia sotto gli occhi di tutti i segni della tragedia: tronchi carbonizzati, il suolo cosparso di cenere e un perdurante odore di bruciato. Che impressione riporteranno i turisti quando torneranno qui il prossimo anno e constateranno lo scempio perpetrato? Il danno conseguente al criminale incendio di Sovereto è enorme e con intuibili ricadute negative per l’ecosistema e l’immagine offerta dal nostro territorio. Le offese al patrimonio naturale depauperano una dote irripetibile che andrebbe custodita gelosamente e gestita responsabilmente perché fonte di benessere e di opportunità economiche. Non a caso le bellezze naturali sono appaiate alla cultura come principali attrattori turistici. E’ per questo che Italia Nostra confida in una presa di coscienza da parte di tutti i cittadini. La distruzione dei luoghi di rilievo naturalistico è puro autolesionismo. Il “martirio” di Sovereto diventi un segnale di riscossa, l’occasione per voltare pagina e trasformare le perle del creato in motori di sviluppo sostenibile per le nostre popolazioni.
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