Tra il mese di maggio e il 26 luglio sono andati in fumo 72.039 ettari di superfici boschive, il 96,1% della superficie bruciata quest’anno. Sommati ai 2.926 ettari (3,9% del totale) bruciati nel periodo invernale, in questi sette mesi del 2017 le fiamme hanno divorato 74.965 ettari di superfici boschive. Siamo al 156,41% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016 (47.926 ettari). È l’aggiornamento al 26 luglio dei dati elaborati da Legambiente e raccolti dalla Commissione europea nell’ambito del progetto Copernico.
Le regioni italiane più colpite sono la Sicilia con 25.071 ettari distrutti dal fuoco – con roghi in quasi tutte le province – la Calabria con 19.224 ettari e ancora la Campania 13.037, il Lazio 4.859, la Sardegna 3.512, la Puglia 3.049, la Liguria 2.848 (di cui 2.455 ettari in periodo “invernale”), la Toscana 1.521, la Basilicata 572, l’Abruzzo 366, la Lombardia 270, le Marche 264, l’Umbria 221 e il Piemonte con 151 ettari.
Numero da record (del decennio) quest’anno anche per le chiamate ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civile da parte delle Regioni. Tra il 1 gennaio e il 26 luglio sono arrivate 1.144 richieste per l’intervento dei mezzi della flotta aerea dello Stato (composta da 14 Canadair, 3 elicotteri del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e 3 elicotteri della Difesa).
“I ritardi nella pianificazione territoriale sono decisamente troppi – dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente – La Protezione civile ha messo in campo nei giorni scorsi un notevole impegno. Ma la questione degli incendi richiede che si faccia di più, per prevenire e per punire, e in questo senso la legge 68 che ha inserito gli ecoreati nel codice penale oggi è uno strumento in più”.